I dati sollevano preoccupazioni sulla crescita, con la Commissione che ha tagliato le previsioni dell’eurozona per il 2023 di tre decimi, portandole al +0,8%, rispetto alla precedente previsione del +1,1%.
La principale revisione per paese arriva dalla Germania, che a maggio prevedeva un’espansione della sua economia del +0,2% e ora la previsione è per una contrazione del -0,4%.
Al ribasso anche le previsioni per Italia, Polonia e Paesi Bassi in particolare, che vanno da una stima di +1,8% a +0,5%.
In aumento Spagna e Francia
Spagna e Francia sono gli unici paesi che si stanno adattando alla tendenza al rialzo. Nel caso francese è passato dal +0,7% delle previsioni di maggio al +1%.
La Spagna è l’economia in più rapida crescita, fissando la sua crescita al +2,2%, una revisione di tre decimi rispetto a maggio, che la fissava al +1,9%.
Ma in questo caso la previsione di crescita per il 2024 si riduce di un decimo, al +1,9%, a causa della moderazione prevista nel secondo e nel primo trimestre del prossimo anno.
In generale, questo previsto calo della crescita è dovuto alla debolezza della domanda interna, soprattutto dei consumi privati, che risentono dell’impatto degli aumenti dei prezzi di beni e servizi.
Sebbene offra anche una stima ribassista del 20% per l’inflazione dell’Eurozona, fissandola a una previsione del +5,6%, questa cifra è ben al di sopra dell’obiettivo della BCE, da qui il dilemma che si trova ad affrontare nella riunione di questa settimana.
La parola tabù che si rifiutano di pronunciare è la temuta stagflazione, ovvero alta inflazione e crescita bassa o nulla, che è anche lo scenario peggiore che i mercati potrebbero dover affrontare.
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