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Clorindo Testa autentico e inedito, in una mostra unica al Kirchner Cultural Center

Il Sangue Parla ha aperto il 2 ottobre a Centro Culturale KirchnerClorindo Testa, celebra i rapporti tra Argentina e Italia attraverso il design e l’arte che assume il carattere dell’architetto, artista e designer italo-argentino Clorindo Testa.. chi ha immaginato Il Centro Culturale Kirchner, la Fondazione Clorindo e l’Ambasciata d’Italia in Argentinae È visitabile fino al 7 novembre, dal mercoledì alla domenica, dalle 14:00 alle 20:00.. È gratuito e non necessita di prenotazione anticipata: si inserisce in ordine di arrivo.

Curata dagli architetti Juan Fontana e Oscar Lorenti, la mostra esplora i molteplici aspetti creativi di Clorindo Testa attraverso disegni, dipinti, installazioni, design, architettura e urbanistica..

Successivamente, i curatori raccontano l’esclusiva mostra Testa e gli argomenti che il pubblico in visita incontrerà.

– Com’era il valore dell’offerta?

Giovanni Fontana: È stata una sfida stimolante e divertente quella che ho fatto con Oski Lorenti, sostenuta dalla Fondazione Clorindo Testa e patrocinata dall’Ambasciata Italiana. Questo ci ha dato due assi organizzativi: uno di origine italiana a Clorindo e l’altro produttivo nel campo del disegno industriale.

Oscar Lantry: Trattare un campione di Clorindo Testa è per noi una sfida; Una sfida generata non dall’ignoto, ma proprio dal suo opposto: dalla vicinanza, dai rapporti stretti, dall’amicizia. Noi, che lavoriamo con Testa da molti anni, lo troviamo ogni volta davvero una sfida.

Quali aspetti vuoi evidenziare e perché?

Giovanni Fontana: Il rapporto tra arte e architettura è per noi molto importante, soprattutto nel caso di Clorindo nella stessa stanza. Con la possibilità di visualizzare tutte le diverse scale che vi entrano, in questo caso abbiamo la scala urbana o regionale, l’architettura, il design, la pittura, l’installazione e il disegno. Inoltre, sottolineiamo in questo caso che i disegni sono il filo conduttore della mostra, che è quella che chiamiamo l’idea di Clorindo dipinto, poiché è sempre stato usato come esempio per pensare prima, poi disegnare e poi costruire o incarnare il lavoro. Quello che c’è in questa brevissima frase è che c’è sempre stato un avanti e indietro tra pensare e disegnare che ha reso questo processo non molto lineare ma più spesso era pensare e disegnare e pensare e iniziare a costruire e continuare a pensare e continuare a disegnare, ma comunque il l’idea è quella. La grafica sono le idee di Clorindo disegnate e trovate in tutta la stanza. Il secondo caso è l’economia delle risorse con cui lavora e che si esprime nella stanza, utilizzando praticamente i materiali con cui lavora che sono matite, fogli, pennarelli, tavole e legno rustico, e con questi materiali semplici genera complessi e lavoro delicato.

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Questa economia di risorse ci ricorda, da un lato, anche la sua formazione in America Latina, Buenos Aires, Argentina, e anche la sua produzione avviene a Buenos Aires, cioè in un certo senso è nata in Italia, la sua formazione e la sua estetica hanno molto a che fare con l’Argentina e l’America Latina.

– Il rapporto di Testa con l’Italia era indissolubile, come sei riuscito a mostrarla nello show?

Giovanni Fontana: In effetti è stato semplice perché abbiamo scelto molte delle sue serie come La peste a Ceppaloni e L’eruzione del Vesuvio che si svolgono in Italia, suo paese natale, e a nostra volta abbiamo fatto diversi concorsi internazionali in città come Roma, Venezia, Milano e Firenze, abbiamo avuto la possibilità di presentare opere, ovviamente senza premi, ma è stato molto emozionante poter partecipare.

-Che Testa troverà il pubblico?

Giovanni Fontana: Da un lato, considereremo un Testa autentico, autentico, accessibile e onesto nella tua ricerca di professionista, sia come architetto che come artista. Il pubblico troverà invece Clorindo inedito, poiché molti dei disegni in galleria sono disegni di progetto e disegni esecutivi, mai mostrati. Tutta questa cucina che si vedrà all’interno della stanza, e sembra che tutti quei bozzetti siano informali, sviluppati nel corso di concorsi, in idee attraverso vari progetti, non pubblicati. E questo è molto importante all’interno dello studio e anche nella sua produzione artistica perché questo pensiero disegnato è inesauribile e anche non sempre pubblicato, molti di questi progetti non sono mai stati realizzati e mai costruiti, infatti ci sono molti concorsi indetti, alcuni vinti e pochissimi sono stati costruiti. Quindi tutto quel pensiero dipinto nella stanza ha questa presenza di supporto intellettuale prima che l’opera sia prodotta.

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Oscar Llorente: Alla mostra, nello specifico, siamo stati con l’architetto Justo Solsona (che era un caro amico di Clorindo) che lo ha identificato con un grande successo: “Clorindo è una primavera”. Penso che il pubblico troverà il lavoro (un piccolo gruppo) di un artista che ha saputo trasferire discipline, dove design, architettura e urbanistica sono solo scuse per pensare, connettersi e parlarci in un sonno dall’interno. mondo e che rappresentano chiaramente il momento in cui ha dovuto vivere.

-Come conosci Clorindo Testa?

Giovanni Fontana: Per me Clorindo è stato un umanitario e soprattutto un meraviglioso insegnante, credo che il suo atteggiamento sia esemplare e fedele a se stesso e alla sua professione, ha apprezzato molto il suo lavoro, un uomo di poche parole e molti grandi progetti e idee.

Oscar Llorente: Clorindo Primavera.