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Segnalato un caso di influenza suina africana nel nord Italia

L’ANSA ha detto venerdì che a un cinghiale è stata diagnosticata l’influenza suina africana nel nord Italia, suscitando timori nell’industria della carne del paese.

L’influenza suina africana, altamente contagiosa e pericolosa per le razze suine, non rappresenta una minaccia per la salute umana, sebbene possa essere un duro colpo per l’industria della carne.

Con 8,9 milioni di suini, l’Italia è il settimo produttore di carne suina nell’Unione europea, con 8 8 miliardi (9,1 miliardi di dollari), secondo la Confederazione dei Confederati.

Secondo l’ANSA, il caso è stato scoperto durante l’analisi di un cinghiale morto a Ovada, in Piemonte (nord).

L’AFP ha provato a contattare la società che ha condotto la ricerca, ma senza successo.

L’influenza suina africana è presente in Africa da decenni.

In Italia esiste solo in Sardegna dal 1978.

La malattia si è diffusa in Cina, il più grande produttore di carne di maiale al mondo, nel 2018, provocando la macellazione di milioni di animali per prevenire un’epidemia.

Nell’Europa occidentale, il virus è stato scoperto in Belgio nel 2018, il che ha portato il governo cinese a vietare tutte le importazioni di carne di maiale da quel paese.

Da quando la Germania ha confermato le prime morti di cinghiali in queste condizioni nel 2020, Cina, Giappone, Corea del Sud, Brasile e Argentina hanno smesso di importare suini tedeschi.

Secondo l’ANSA, il caso segnalato al ministero della Salute italiano deve essere segnalato all’Organizzazione mondiale per la salute animale (Oie) e alla Commissione europea.

Secondo un rapporto dell’OIE del 3 dicembre, l’influenza suina africana è stata rilevata in 32 paesi in cinque regioni del mondo da gennaio 2020.

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La malattia ha colpito più di un milione di maiali e più di 28.000 cinghiali in tutto il mondo.

AMS / HAR / JVP / PC