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Prevedono una crescita del PIL italiano allo 0,9% – l’economia

Prevedono una crescita del PIL italiano allo 0,9% – l’economia

(ANSA) – Di Chiara Munafó – Il Documento di economia e bilancio (Def), testo programmatico che il governo italiano propone al Parlamento entro il 10 aprile di ogni anno, rivede al rialzo le stime di crescita. Se lo aspettava il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
La nuova stima del Pil sarà di +0,9% nel 2023, secondo fonti del Tesoro, in significativo aumento rispetto al dato di programma dello 0,6% indicato a novembre nella Nota di aggiornamento del DEF (NADEF).
In questa direzione, il Tesoro sta lavorando a un documento economico-finanziario che portera’ al Consiglio dei Ministri questo martedi’.
Per il disavanzo la stima di proiezione del 4,5% è passata a un trend del 4,35%.
È facile immaginare che la crescita prevista del nuovo DEF, che tiene conto degli effetti delle misure del governo per rilanciare l’economia, possa alla fine rimanere nella fascia dell’1%.
Il miglioramento dei dati può aprire ulteriori margini di spesa per il governo, che può utilizzare risorse aggiuntive per attività considerate prioritarie, come la delega fiscale.
Ma il ministero dell’Economia ha insistito di agire sulla base dell’approccio “prudente” già dimostrato nel caso del Nadef e della legge di bilancio, che sarebbe sinonimo di serietà rispetto alla situazione dell’Europa e del popolo italiano. Conti.
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede una crescita globale debole quest’anno, al di sotto del 3%, e intorno a quella cifra nei prossimi cinque anni, la previsione a medio termine più bassa dal 1990, 33 anni fa. Sotto il +3,8% negli ultimi due decenni.
“Rende più difficile la riduzione della povertà, guarisce le cicatrici della crisi del Covid e offre nuove e migliori opportunità per tutti”, ha affermato l’amministratore delegato del FMI Kristalina Georgieva.
In particolare, secondo le stime del fondo, gli Stati Uniti e l’area euro stanno rallentando a causa del rialzo dei tassi di interesse, che pesano sulla domanda.
Georgieva ritiene che le banche centrali dovrebbero comunque alzare i tassi perché “non si può avere una forte crescita senza stabilità dei prezzi o stabilità finanziaria.
L’inflazione resta dunque un orologio speciale e la sua recessione non basta a far scattare l’allarme. In Italia, segnali di miglioramento in termini di prezzi e crescita sono venuti dall’indagine sulle aspettative della Banca d’Italia per il primo trimestre.
Le aspettative di inflazione dei prezzi al consumo sono scese ai minimi storici, rispettivamente al 6,4% su 12 mesi, al 5,3% e al 4,8% su due anni e tre e cinque anni.
“Nell’ultimo anno, i prezzi praticati dalle aziende – si legge nel testo – hanno continuato a crescere ad un ritmo accelerato, ma, per la prima volta alla fine del 2020, dovrebbero diminuire nei prossimi 12 mesi. Categorie, escluse le costruzioni residenziali”.
Secondo Via Nazionale, i giudizi delle imprese sulla situazione economica generale sono diventati meno sfavorevoli, e sono migliorate anche le aspettative delle imprese sulle proprie condizioni operative, con la ripresa della domanda e l’attenuarsi delle difficoltà legate ai prezzi. Acquisizione di energia e materie prime.
Il ministro del Commercio e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha accolto i dati come “un’altra buona notizia sulle prospettive del sistema produttivo nazionale” dopo l’aumento della fiducia di consumatori e imprese rilevato a marzo dall’Istituto italiano di statistica (Istat).
È in corso di aggiornamento anche l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che dovrà verificare i conti del DEF.
“Dopo la recessione degli ultimi tre mesi dello scorso anno, l’economia italiana mostra segnali di moderata ripresa nel primo trimestre del 2023, mentre l’inflazione rallenta”, sottolinea la nota sulla situazione di aprile.
Secondo il bilancio parlamentare (UPB), l’incertezza si riduce nel breve termine, mentre nel medio termine “prevalgono i rischi al ribasso per la crescita e al rialzo per l’inflazione”.
Oltre al conflitto in Ucraina, il programma nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), le pressioni finanziarie globali, l’inflazione e i rischi climatici e ambientali sono tra gli elementi avversi citati. (ANSA).

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