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Intervista a Mario Kempes: dalla principale differenza tra i campioni del 78 e del 2022 alla sentenza definitiva sul futuro di Scaloni

Intervista a Mario Kempes: dalla principale differenza tra i campioni del 78 e del 2022 alla sentenza definitiva sul futuro di Scaloni

Intervista a Mario Alberto Kempes

-È passato un anno dalla vittoria dell'Argentina in Qatar, che differenza trovi tra la squadra del 2022 e quella del 1978?

-Potrebbero essere solo anni e desiderio senza la capacità di ottenere nulla. Questi ragazzi ci hanno fatto credere che fosse possibile e alla fine è stato fatto. La grande differenza è che nel 1978 mancava esperienza dal vivo, essendo gente che non era mai stata all'estero, tranne me, mentre ora suonano tutti in Europa.

-Come hai affrontato la cosa?

– Molto diverso dal 1978 e dal 1986. Perché nel 78 ero dentro il campo e nel 1986 vivevo all'estero, lontano dal mio Paese. Questa volta ho vissuto lì con loro. Con questa speranza che le cose andassero bene, anche se all'inizio c'è stata una battuta d'arresto, questa generazione a poco a poco ci ha fatto credere che si poteva fare e alla fine ce l'hanno fatta.

-Cosa pensi del livello di Messi in Qatar e cosa consigli per il futuro?

-Consigli Non posso consigliare nulla, è più grande e sa il fatto suo. Penso che abbia ragione a venire a giocare negli Stati Uniti, qui sarà più tranquillo, avrà più tempo per giocare che in Europa, che è più complicato e forse potrà arrivare ad un altro Mondiale, ma la preparazione sarà completamente diversa per via dell'adrenalina che puoi trovare in Europa, anche se il campionato qui porterà sempre più giocatori dalle grandi potenze.

-Con tutta la tua esperienza come giocatore, giornalista e commentatore, chi saranno i cinque giocatori più importanti e influenti della nazionale argentina?

-Sarebbe offensivo e irrispettoso per molti giocatori. Penso che tutti quelli che indossano la maglia della Nazionale, campioni o meno, facciano tutto quello che possono, a volte le cose vanno bene e a volte le cose vanno male. Ma sceglierne cinque mi sembra irrispettoso.

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– Chi pensi che dovrebbe essere il nove titolare della nazionale argentina, dato che tutti i candidati per questa posizione sono di altissimo livello?

-Ci sono grandi giocatori, magari non segnano tanti gol ma partecipano al gioco. Ad esempio, Julian (Alvarez) è un marcatore, ma non è un nove, è un tuttofare, e Lautaro (Martinez) è un marcatore naturale, ma il suo gol è fallito ai Mondiali. Ce ne sono nove, e immagino che tra quattro mesi ce ne saranno di più, e tra un anno saranno ancora di più. L'Argentina oggi ha giocatori di grande livello e sto pensando anche al prossimo giocatore.

-Sono candidati per la prossima Copa America?

– Giochiamo, i candidati possono essere per quattro o cinque mesi. Penso che oggi siano due passi avanti rispetto alle altre squadre e possano perdere come hanno perso contro l'Uruguay, ma forse ne perdono una su dieci, non molto spesso.

-Come sono state accolte le dichiarazioni di Scaloni e la possibilità che non continui a guidare la Nazionale argentina?

-Devi rispettare tutto. Quando Messi si è dimesso ho detto che stava bene. Se ha fatto bene le cose, è stata colpa sua se ha perso, e se ha perso, è stata colpa sua… È arrivato un momento in cui ho detto: “Che senso ha?” Perché dovresti rovinarti la vita venendo in Argentina? Fa tutto quello che deve fare, per lui va tutto bene, ma per la Nazionale no e questo dà fastidio. Ho detto: non farlo tornare, lascialo stare felice a Barcellona. Ma un giorno le cose cambiarono, trovò un nuovo allenatore e una nuova Nazionale, e lì cominciò a divertirsi e vinse la Copa America e il Mondiale. Con Scaloni è successa la stessa cosa, nessuna esperienza, allenatore sostitutivo, ha iniziato a fare le cose bene, l'hanno lasciato, è diventato un campione e adesso dice: “Signori, rispettatemi”. Se vuole andarsene, lascialo andare, e se vuole restare, lascialo restare. Ci devono essere dei problemi di cui non siamo a conoscenza, perché è doloroso diventare un eroe, ma è un bene che arrivi la malaria ed è colpa tua.

Mario Kempes festeggia uno dei gol contro l'Olanda nella 78esima finale dei Mondiali

-La sconfitta contro la squadra araba ha portato benefici alla squadra grazie ai cambiamenti?

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-Ha dovuto fare dei cambiamenti per cambiare la mentalità del giocatore, e penso che abbia funzionato. Questo non vuol dire che chi c'era sbagliasse, ma era necessario rinfrescarsi un po'.

-Per te il tifoso argentino è il migliore al mondo?

-Sì, ma non perché il premio glielo hanno dato adesso in Qatar. A livello nazionale sono i migliori: l'Argentina affronta il Giappone e i giapponesi escono cantando.

– Continuano a impedirti di scattare foto?

-Dipende da dove mi trovo, sì, ma vivo molto tranquillamente.