Flamina&dintorni

Informazioni sull'Italia. Seleziona gli argomenti di cui vuoi saperne di più

L’Italia teme la crescita dei casi

L’Italia teme la crescita dei casi

Con questo messaggio la Federazione Italiana Alzheimer e Alzheimer’s Disease International lanciano la dodicesima edizione del Mese Mondiale dell’Alzheimer, che si celebra a settembre, per chiedere ai governi di tutto il mondo di aumentare i finanziamenti a favore dei principali fattori di rischio della demenza e le strategie per contrastarli. Anche se al momento non sembra essere così. “Aderendo al Piano d’azione globale dell’OMS sulla risposta della sanità pubblica alla demenza nel 2017, l’Italia si è impegnata a dare priorità alla riduzione del rischio”, ha affermato Catia Pinto, presidente dell’Associazione italiana Alzheimer.

Avverte che “l’aspetto che non è stato adeguatamente preso in considerazione nel nostro Piano nazionale di contrasto alla demenza, e che peraltro potrebbe presto rimanere senza fondi: lo stanziamento economico previsto dalla Legge di Bilancio 2021 si esaurirà nei prossimi mesi.” . Per questo, conclude Pinto, “sollecitiamo il governo a garantire nuovi fondi per il progetto, per consentire la prosecuzione del lavoro già iniziato e per attuare efficaci iniziative di prevenzione”.

Secondo un’analisi della Lancet Commission on Dementia Prevention, Intervention and Care del 2000, ci sono 12 principali fattori di rischio per la demenza: inattività fisica, fumo, consumo di alcol, trauma cranico, mancanza di contatto sociale, obesità, ipertensione, diabete , depressione e udito. Disabilità, basso livello di istruzione e inquinamento.

L’intervento potrebbe cambiare lo scenario della malattia e ridurre i casi a livello globale fino al 40%, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito. “In assenza di una cura, investire nella riduzione del rischio è essenziale”, ha affermato Paola Barbarino, direttore esecutivo di Alzheimer’s Disease International.