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L'Italia ha creato più di 100.000 posti di lavoro in due mesi – Economia

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L'Italia ha creato più di 100.000 posti di lavoro in due mesi – Economia

ANSMED – Di Alessia Tagliacozzo – Il lavoro in Italia cresce e si stabilizza, e cresce sensibilmente l'occupazione femminile, anche se più pericolosa di quella maschile.
Nei primi due mesi del 2023 si è verificato un saldo positivo tra nuove assunzioni e cessazioni di oltre 100.000 posti di lavoro.
Ciò rappresenta un aumento più che doppio rispetto ai due mesi precedenti e un terzo maggiore rispetto agli stessi mesi del 2019, prima della pandemia.
Soddisfazione ha espresso il premier Giorgia Meloni, che ha parlato di “una grande notizia che ci motiva a dare sempre il meglio”.
Mentre il ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderón, ha sottolineato che questi dati rappresentano “un indicatore di fiducia per la nostra economia, anche se c’è ancora molto da fare”. Ha spiegato che “in vari settori riscontriamo carenza di manodopera”.
Di conseguenza, nei primi due mesi dell’anno – come riportato nello studio condotto da Bankitalia, Anbal e Ministero del Lavoro – sono stati creati complessivamente oltre un milione di nuovi posti di lavoro nel settore privato non agricolo, con un effetto positivo saldo rispetto alle perdite di 106.000 unità.
Quasi la metà del saldo positivo dei primi due mesi proviene dai servizi (52.000 posti di lavoro, di cui 22.000 nel solo turismo), mentre il commercio ha registrato ulteriori 18.000 posti di lavoro, l’industria in senso stretto 23.000 posti di lavoro e l’edilizia circa 13.000 posti di lavoro. . Il saldo positivo è relativo solo alla durata indeterminata (+107.000 unità), mentre i tirocinanti sono diminuiti e il saldo dei futures è stato positivo per sole 6.000 unità.
Dopo essere stati puniti più degli uomini durante la crisi pandemica, dalla fine del 2021 i tassi di occupazione femminile sono cresciuti fino a raggiungere livelli storicamente elevati.
La ricerca ha affermato che a questa dinamica ha contribuito l’elevato tasso di domanda di lavoro nel biennio 2021-2022 nei settori del commercio, del turismo e dei servizi alla persona, dove la quota di donne lavoratrici è più elevata.
Negli ultimi due anni, solo un terzo delle posizioni aperte sono state occupate da donne, sottolineando la tendenza verso posizioni più precarie.
Nei primi due mesi il saldo dei contratti delle donne ha raggiunto le 55.000 unità, contro le 51.000 degli uomini. Il saldo positivo riguarda 82mila unità al Centro-nord e 24mila unità al Sud e Isole.
Nel 2022, secondo lo studio, il numero dei disoccupati, misurato dagli annunci di disponibilità immediata, è diminuito di 80mila unità, un dato inferiore rispetto al calo registrato nel 2021 (-300mila) che aveva però visto una rapida ripresa economica dopo la parte più difficile della pandemia.
Il ministro dell'Economia e dell'Industria, Adolfo Orso, ha dichiarato: “In questi mesi in Italia sono stati creati più posti di lavoro rispetto a Francia e Germania. Allo stesso modo, questi dati confermano che il nostro sistema produttivo è più flessibile, più capace di adattarsi e reagire alle le grandi crisi che abbiamo sofferto in Italia più che altrove.
La Cgil commenta l'indagine e parla di alcune luci ma anche di “molte ombre”, anche sulla base del consolidarsi delle differenze regionali. (Io dimentico).

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