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La morte del filosofo italiano Gianni Vattimo

La morte del filosofo italiano Gianni Vattimo

Martedì 19 settembre 2023 è morto il filosofo italiano Gianni Vattimo (Foto: Nicholas Stuhlberg)

Filosofo italiano Gianni Vattimo Fu il padre della teoria del “pensiero debole” e di gran parte dell’analisi postmoderna. Vattimo è stata costruita sulle ceneri del pensiero Friedrich Nietzsche Un sistema filosofico complesso capace di comprendere la decomposizione emersa nel periodo successivo a Heidegger, l’altro suo grande riferimento.

Vattimo è stato anche deputato al Parlamento Europeo e attivista di sinistra. Contribuì attivamente alla politica italiana ed europea. Fu anche un grande divulgatore della filosofia attraverso programmi televisivi per la televisione pubblica italiana, la RAI, e lavorò come editorialista di giornali. Niente Stampa E Repubblica E per il settimanale lespresso.

Gianni Vattimo È nato a Torino il 4 gennaio 1936. La sua opera è conosciuta a livello internazionale perché ha sviluppato il concetto di “pensiero debole”, una critica alla metafisica tradizionale. Fu allievo di Hans-Georg Gadamer e nel 1964 iniziò ad insegnare estetica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Torino, di cui fu preside.

Gianni Vattimo è morto all’età di 87 anni (Foto: Nicholas Stolberg)

Dopo essersi dedicato alla ricerca dell’estetica antica (Il concetto di fare in Aristotele1961) e di studiare il significato filosofico della poesia nostalgica d’avanguardia (Poesia e ontologia(1967), e si soffermò particolarmente sulla filosofia tedesca moderna e contemporanea: Schleiermacher (Schleiermacher, filosofo dell’interpretazione, 1968); Heidegger (Essenza, storia e linguaggio secondo Heidegger1963 e (Introduzione a Heidegger, 1971); Nietzsche (Viene fornito con la maschera(1974 e Introduzione a Nietzsche, 1985).

Fu allievo e allievo di Gadamer, e fu traduttore in italiano delle principali opere di Heidegger. Ma soprattutto l’orizzonte del suo pensiero ruotava attorno alle filosofie di Nietzsche e Heidegger, che per lui costituirono le basi di ogni filosofia futura. Da questi autori ha costruito quello che ha chiamato Filosofie della “differenza” basate sulla frammentazione e sulla molteplicitàSono concetti che si oppongono, in tutto e per tutto, alla visione “dialettica” come visione globale fondata su Hegel e Marx. Questo è stato anche chiamato “pensiero debole” o “stato postmoderno” ed è definito come un allontanamento dagli ideali fondamentali della modernità: progresso, avanguardia, critica e miglioramento. Pertanto, la crisi della modernità colpisce completamente tutti i valori estetici, culturali e sociali. Questo era il suo punto di vista.

Gianni Vattimo 1936-2023 (Fotografia: Nicholas Stuhlberg)

Il pensatore ha distinto la scena filosofica del Novecento con alcune opere importanti. In La fine della modernità, pubblicato nel 1985, esamina il superamento del razionalismo moderno e l’emergere del postmodernismo. In Al di là della spiegazione, del 1995, approfondisce l’idea di pensiero debole e si concentra sul ruolo centrale dell’interpretazione nella filosofia contemporanea. Temi come la religione e la fede sono molto presenti nel suo lavoro, come in Noi crediamo che tu crediPropone un “cristianesimo debole” per l’era postmoderna. In Dopo il cristianesimoAd esempio, approfondisce il rapporto tra postmodernismo e religione, analizzando le trasformazioni della fede nel contesto attuale. Gli piaceva ripetere la frase: “La religione ha stimolato la lotta contro l’ingiustizia”.

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