(ANSA) San Paolo – Di fronte a un mercato sempre più maturo e in espansione, i vini italiani stanno diversificando la loro presenza in Brasile, che comincia ad apprezzare anche varietà alternative a etichette consolidate come Chianti e Barolo.
Questa scena è stata particolarmente evidente alla ProVine, tenutasi a San Paolo dal 3 al 5 ottobre, che ha riunito decine di produttori BelPace, undici dei quali erano sullo stand del ghiaccio.
“È un grande evento, con molti contatti e aziende in visita ben qualificate, per chi visita per la prima volta un importatore e per coloro che vogliono espandere la presenza dei propri prodotti in Brasile.” Ronaldo Padovani ha dichiarato all’ANSA, senior business Analyst dell’Ice, che “l’Italia è davvero interessata a investire in questo mercato, che sta maturando e crescendo”.
Lo dimostrano i numeri: tra gennaio e agosto 2023, il Brasile ha importato vini italiani per un valore di 24,6 milioni di dollari, in aumento del 4,4% rispetto allo stesso periodo del 2022. In termini di dimensioni, l’Italia è superata solo da Cile, Argentina e Portogallo.
Allo stesso tempo, il prezzo medio delle etichette italiane importate dai brasiliani è aumentato del 14,3%, da 3,43 dollari a 3,92 dollari al litro, indicando l’interesse per prodotti di maggior valore.
“I brasiliani importano vini di alta qualità, il che è in linea con il progetto italiano. In Brasile il vino italiano è strettamente associato a icone come Barolo, Amarone, Chianti, Nero d’Avola e Primitivo di Manturia, ma l’Italia va oltre. E poco poco a poco il consumatore brasiliano sta imparando a conoscere anche altre varietà”, ha affermato l’esperto. (ANSA).
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