L’Italia comincia ad allentare il controllo dell’epidemia. Bar e ristoranti aprono le loro terrazze fino a quando non viene imposto un coprifuoco di dieci ore e le prigioni perimetrali non vengono sgombrate. Musei e gallerie riaprono 6 mesi dopo la chiusura, così come cinema e teatri a bassa capacità.
“Se non fosse stato per i clienti che arrivano per anni, non saremmo sopravvissuti”, afferma Leonardo Storres, proprietario di Oyo Trattoria. Stiamo ancora aspettando l’arrivo del turista. Quindi buona fortuna … qui intorno come si suol dire! “.
Riapre gradualmente nelle “zone gialle”
L’Italia ha iniziato lunedì a riaprire gradualmente le cosiddette “zone gialle” in quattordici regioni, tra cui Roma e Milano.
“Temiamo che i ristoranti chiudano di nuovo, il che ci preoccupa, non solo noi, ma i nostri clienti e imprenditori”, ha detto Stefano Papa, un cliente italiano a un tavolo su una terrazza.
Molti credono che alcune aziende del settore siano state trattate in modo ingiusto.
“Capisco i miei colleghi che hanno organizzato proteste di recente. Penso a coloro che hanno una terrazza ma non possono riaprire la loro attività perché la loro costruzione a volte è così costosa da non avere lo spazio esterno”, ha detto il manager Melissa Masetti di Bellon Bar.
Inizia una vita sociale che è in declino da mesi
Grazie a queste terrazze, molti italiani hanno ridotto da mesi una parte della loro vita sociale.
I locali nel centro della capitale sono i più colpiti poiché le restrizioni all’ingresso nel turismo sono ancora in vigore. Alcuni sono ancora chiusi.
“Godendosi una terrazza e riprendendo la vita sociale, si fa il primo passo verso una nuova natura. Anche la riapertura di teatri e teatri dopo molti mesi gioca un ruolo importante.
Siccome molti italiani non sono ancora stati vaccinati, i cinema e de Atros hanno ancora bancarelle semideserte. Entusiasta come mai prima d’ora, una giovane sinossi entra nella stanza buia.
“Mi piace piangere, sono così emotiva. È così difficile per me e così tante persone che vengono al cinema ogni settimana. È come tornare a scuola, ma senza i nervi. Siamo semplicemente felici”, dice Elena Kadosi .
L’emozione di tornare al cinema
Fabio Amade, direttore di Fornes Cinema, un cinema storico di quartiere, afferma che l’apertura del teatro aiuta a colmare il divario culturale che ha creato l’epidemia.
“Cinema, teatri e sale da concerto contribuiscono alla creazione della cultura. Non possono essere tralasciati. Occorre continuare a lavorare”.
Gli effetti della campagna vaccinale non sono ancora certi. Il processo di riapertura sta muovendo i primi passi e, sebbene il Ministero della Salute insista che si prenda un “rischio calcolato”, gli italiani ritengono che il sistema sia in cattive condizioni e non si tirerà indietro.
Una dichiarazione di Georgia Orlandi A Euronews
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