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Il ritardo minaccia il piano di ripresa economica dell’Italia

Il ritardo minaccia il piano di ripresa economica dell’Italia

“Non sono preoccupata per i ritardi”, ha detto lunedì il premier Giorgia Meloni, sottolineando che i problemi con il piano negoziato con Bruxelles dal suo predecessore “non sono stati il ​​risultato delle decisioni di questo governo”.

L’Italia è il primo beneficiario del piano di ripresa europeo e dovrebbe ricevere 191,5 miliardi di euro (208 miliardi di dollari) fino al 2026, ma solo se raggiunge una serie di obiettivi e inizia ad attuare riforme a volte impopolari.

A marzo, Bruxelles ha congelato l’erogazione della terza tranche di 19.000 milioni di euro (20.700 milioni di dollari), in attesa di chiarire alcuni dei 55 obiettivi che l’Italia doveva raggiungere nella seconda metà del 2022.

Dopo tre mesi di controlli, a fine aprile è stata fissata una nuova scadenza.

“Noi italiani non possiamo assumerci la responsabilità del fallimento del primo Eurobond europeo, perché sarebbe un disastro dal punto di vista europeo”, ha detto a marzo il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni.

Per la prima volta, il piano di ripresa da 800.000 euro dell’Unione Europea è stato finanziato da un prestito congiunto dei suoi Stati membri, nonostante la riluttanza di paesi come Austria e Paesi Bassi.

Mario Monti, economista ed ex presidente del Consiglio, ha affermato che se il piano fallisce, l’Italia “perderà un’opportunità unica” e, in futuro, “l’Ue diventerà più austera” applicando regole di bilancio più severe.

Gli stadi di calcio sono sotto i riflettori

Bruxelles è particolarmente preoccupata per l’intenzione del governo di Roma di finanziare, con fondi europei, la ristrutturazione di uno stadio di calcio a Firenze e la costruzione di un centro sportivo a Venezia.

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La coalizione di estrema destra al potere intende anche prorogare per almeno un altro anno, fino alla fine del 2024, le concessioni concesse alle spiagge private, decisione criticata e sgradita dal Consiglio di Stato di Bruxelles.

Il governo Draghi ha deciso di porre fine a questo mercato opaco e organizzare gare pubbliche da gennaio 2024, ma ora Roma rischia di violare ancora una volta le regole europee sulla concorrenza.

Quanto al piano, «ci sono ovviamente dei ritardi, ma più sul versante della spesa che sul raggiungimento degli obiettivi», dice Lorenzo Codogno, ex capo economista del Tesoro italiano.

All’inizio del 2021, l’Italia prevedeva di spendere oltre 40 miliardi di euro (43,59 miliardi di dollari) in fondi europei fino alla fine del 2022.

Ma solo circa 12 miliardi, ovvero il 6% del totale previsto, sono stati impegnati fino al 2026, secondo la Corte dei Conti italiana.

“Non c’è alcuna possibilità di ottenere un accordo da Bruxelles per estendere la scadenza oltre il 2026, l’Italia dovrà rispettare tutti gli obiettivi per allora”, ha detto Codogno all’AFP.

Il piano di rilancio punta su digitalizzazione, trasformazione ambientale e infrastrutturale, soprattutto nel settore ferroviario.