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Draghi e la sua infinita luna di miele in Italia

Mario Draghi. / Reuters

Durante i suoi sette mesi come primo ministro, è riuscito a portare la pace tra le parti, accelerando la vaccinazione e rivitalizzando l’economia.

L’ultimo massaggio fornito dalla rivista americana “Time” a Mario Draghi inserendolo per la terza volta nella sua lista delle 100 persone più influenti al mondo. È anche l’unico italiano nel cast e fa parte di lui per la sua capacità di prendere le redini del suo Paese con “mano abile” e di unire una campagna di vaccinazione “rapida” con “misure necessarie e impegnative per rendere l’economia più verde e ridurre la disuguaglianza”.

Con queste parole di Janet Yellen, segretario al Tesoro Usa e inserita nell’ultimo numero di “Time”, Mario Draghi compila un nuovo elogio funebre, a cui è abituato da quando è diventato presidente del Consiglio italiano lo scorso febbraio. Da allora non ha cessato di elogiarlo sulla stampa internazionale e nel suo Paese, dove non è facile trovare voci che lo criticano.

A capo di una coalizione di partiti molto ampia ed eterogenea, questi sette mesi hanno ampliato il suo numero per includere l’uomo che si era già guadagnato il soprannome di “SuperMario” per il suo progetto quando si trattava di fornire la moneta unica quando era responsabile della Banca centrale europea (BCE). E non era questo il compito facile affidatogli dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quando scoppiò l’ultima crisi politica italiana lo scorso gennaio: doveva unire i partiti, accelerare la campagna di vaccinazione, preparare un programma di riforme e investimenti credibili. . da inviare a Bruxelles. È stato necessario sfruttare il programma di aiuti europei per superare la crisi causata dall’epidemia.

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Finora Draghi non ha fatto male in queste tre aree. Oltre il 75% degli italiani di età superiore ai 12 anni ha già completato il programma vaccinale, una proporzione simile a quella dei grandi paesi europei, classifica guidata dalla Spagna. Anche in ambito economico i numeri sono promettenti, visto che nel 2021 il PIL dovrebbe salire al 6%, una cifra che non si vedeva da mezzo secolo. La crescita potrà essere mantenuta anche nei prossimi anni grazie ai fondi europei che saranno investiti nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR), l’ambizioso programma di riforme da 221,5 miliardi di euro presentato da Roma alla Commissione europea.

La “manna” arrivata da Bruxelles ha realizzato per il Paese una situazione insolita, quasi miracolosa: che i partiti di coalizione, dall’estrema sinistra alla Lega, e la formazione di destra di Matteo Salvini, mettano da parte le loro divergenze. Nessuna delle nove forze politiche del governo di coalizione vuole essere esclusa dalla gestione del denaro europeo, e tanto meno, in un momento come quello attuale, con le turbolenze sociali ed economiche causate dalla pandemia e sotto la guida di una figura così rispettata come Draghi. Gli italiani si fidano soprattutto dell’ex capo della Banca centrale europea. Secondo gli ultimi sondaggi, il 57% vorrebbe che rimanesse al governo fino alla fine della legislatura nel 2023.

“Siamo in una lunghissima luna di miele con Draghi, che si spiega con il fatto che il suo carattere e la sua statura sono impressionanti, anche dal punto di vista morale. Oggi il presidente del Consiglio rappresenta l’Italia, e se viene criticato, sembra che il paese viene criticato”, afferma Nadia Urbinati, professore di scienze politiche alla Columbia University di New York. “Draghi sembra un uomo di provvidenza al di sopra di ogni altra cosa. Questa situazione non ha lasciato spazio a critiche, considerate estreme. Ma non tutto è roseo, come dimostra la stampa italiana, ma ci sono i colori grigi e la situazione è molto più complicato”, afferma il politologo.

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Come esempio di questa situazione, cita l’atteggiamento docile dei sindacati e dei media quando il 1° luglio il governo ha posto fine ai licenziamenti imposti all’inizio della pandemia.

visione a lungo termine

Per Veronica de Romanes, professore di economia europea alle università di Lewis e Stanford, il contributo principale del primo ministro deriva dal suo “stile di lavoro” in cui ha una “visione a lungo termine” e il coraggio di “prendersi dei rischi” e premiare” l’imprenditorialità». Partito o intenzionato a candidarsi, Draghi concede anche tutta la libertà necessaria per fare le riforme, molte delle quali impopolari, di cui l’Italia ha bisogno per uscire da decenni di stagnazione economica.

“Stiamo lavorando con un orizzonte di due anni. Finora siamo soddisfatti di aver raggiunto gli obiettivi e non sono emerse criticità importanti con le parti” sintetizzando i sentimenti dell’amministratore delegato, alto funzionario del governo che ha chiesto l’anonimato.

Roma spazzatura e politica nazionale

Chi ha visitato Roma negli ultimi anni non si stupirà di sapere che è al primo posto nella classifica della rivista americana “Time Out” delle capitali più sporche del mondo, secondo le opinioni espresse dai suoi residenti in un indagine. Anni di gestione disastrosa e la mancanza di infrastrutture adeguate per il trattamento dei rifiuti hanno reso sempre più comune trovare montagne di rifiuti accanto ai contenitori in attesa di giorni per essere raccolti.

Il crescente squallore della città è un argomento per le scarse prospettive dell’attuale sindaco, Virginia Raggi, del Movimento 5 Stelle (M5E), di fronte alle elezioni sindacali tenutesi in Italia il 2 e 3 ottobre del primo. E il 17 e 18 ottobre al secondo turno se nessun candidato supera il 50% dei voti al primo appuntamento. Oltre al capoluogo si vota anche a Milano, Napoli, Bologna, Torino e altri 13 capoluoghi di regione. A Roma il candidato di destra, Enrico Michetti, è favorito, seguito dal candidato di centrosinistra, Roberto Gualtieri. Raji è al terzo posto nei sondaggi d’opinione e non accederà al secondo turno.

In totale 12 milioni di italiani saranno chiamati a rinnovare i comuni di 1.162 località in elezioni che potrebbero avere conseguenze per la politica nazionale. Nei partiti della coalizione di governo guidata da Mario Draghi, i dati ottenuti da Fratelli d’Italia, il partito di estrema destra che tanto bene ottiene se non ha aderito alla coalizione che sostiene l’esecutivo, saranno considerati una lente di ingrandimento. Secondo gli ultimi sondaggi, in caso di elezioni politiche, otterrebbe il 21% dei voti e sarebbe quindi la forza politica più votata del Paese.