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Draghi chiude con un “cashback”

Il governo di Mario Draghi in Italia si è concluso con una delle prescrizioni economiche più originali adottate dall’ex amministratore delegato Giuseppe Conte. L’ex presidente della Banca centrale europea ha fermato il piano Rimborso , ovvero il sistema con cui gli italiani possono pagare il 10% degli acquisti con la carta in negozi, bar, ristoranti, supermercati, centri commerciali o laboratori artigianali con un minimo di cinquanta rate in sei mesi, e un massimo di 150 euro di ritorno .

Si trattava di un’iniziativa approvata lo scorso anno per abituare gli italiani a dimenticare gradualmente i soldi e combattere l’evasione fiscale, che in questo Paese oscilla tra i 100.000 ei 120.000 milioni di euro l’anno. I cittadini in Italia sono ancora molto abituati ad utilizzare banconote e monete per qualsiasi tipo di pagamento, e uno degli argomenti più frequenti è che non vogliono invadere la loro privacy e conoscere le loro abitudini di acquisto. Tuttavia, nessuno sa che in molti casi pagare in contanti è il modo per i commercianti di sottrarsi ai loro obblighi fiscali.

Il Rimborso È entrato in vigore a gennaio, ma aveva solo sei mesi di vita. Draghi ha deciso di sospenderlo a partire da questa settimana sulla base del fatto che “è di natura reazionaria e ha lo scopo di indirizzare risorse verso le categorie e le regioni del Paese nelle migliori condizioni economiche”, ha spiegato mercoledì al suo governo.

Il piano prevede la restituzione di una percentuale degli acquisti effettuati mediante pagamento al consumatore

Secondo il presidente del Consiglio italiano, anziché incoraggiare le classi sociali meno abituate a pagare con una carta per abituarsi, il piano è particolarmente vantaggioso per le persone che già lo fanno. Cioè, residenti nel nord del paese, specialmente nelle grandi città e con redditi medio-alti. L’economista sostiene che sono questi italiani benestanti che dovrebbero trarre i maggiori benefici da un piano ideato dal Movimento 5 Stelle (M5E) con l’accento sul sud e il meno favorito, ma ha già ricevuto critiche dall’inizio .

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Draghi sottolinea inoltre che non vi sono prove che il piano serva al suo scopo di incoraggiare il consumo di carte di credito. Ha spiegato ai suoi ministri che quasi il 73% delle famiglie già spende più del limite fissato dalla procedura tramite le carte, e quindi la maggior parte di loro può già ottenere il massimo dei benefici senza aumentare i pagamenti elettronici. D’altro canto, si ritiene che chi non ha una carta o la utilizza attualmente per importi inferiori a 50 semestri difficilmente potrà aumentare i pagamenti con carta perché di certo non può spendere quei numeri. Pertanto, afferma Draghi, “la maggior parte delle persone può ottenere il massimo beneficio senza aumentare l’utilizzo della carta”. Secondo i loro dati, le famiglie più povere devono, in media, aumentare i loro acquisti di e-payment del 40% per ricevere il premio, mentre le più ricche solo dell’1%. Insomma, il banchiere ha lanciato a Draghi una delle misure stellari di Conte e del suo precedente governo ritenuti progressisti sulla terra, sostenendo che si trattava di una ricetta economica a favore dei ricchi.

Un altro motivo è l’impatto del piano sulle casse dello Stato, stimato in 5.000 milioni di euro. Il ministero dell’Economia ritiene che al momento ci siano altre priorità, e che con la crisi non possano permettersi un provvedimento che porta poco beneficio visto il costo elevato. Per ora è sospeso fino al prossimo 1 gennaio, e tutto sembra indicare che la lotteria degli scontrini – il sistema a premi per chi paga con la carta – subirà la stessa sorte.

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L’ex capo della Banca centrale europea afferma che il sistema favoriva i ricchi e aveva un costo elevato

La decisione del primo ministro italiano ha creato disagio nella coalizione politica che sostiene. Soprattutto nel movimento a 5 stelle (M5E). Il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, fedelissimo di Conte, ha dichiarato pubblicamente che si è trattato di un “errore” e ha chiesto al governo di pensarci meglio, ma alla fine è sembrato soddisfatto della promessa di recepire il provvedimento dopo controllare lo sviluppo dei pagamenti elettronici. Esulta invece la destra che sostiene il governo: sia la Lega di Matteo Salvini che Forza Italia di Silvio Berlusconi hanno elogiato Silvio Berlusconi per aver fermato il provvedimento. Un trend che potrebbe ripetersi nei prossimi mesi: con il M5E libero ribaltato da una crisi di leadership interna dopo che il suo fondatore, Beppe Grillo, si è separato da Conte – che da quattro mesi cerca di reinventare la formazione – lascia temere il il governo finirà per esercitare di più dalla pressione della destra in materia economica ogni giorno.