lunedì, Febbraio 17, 2025

Crescono i rischi online tra i ragazzi italiani – Scienza e Tecnologia

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ANSMED – Roma – In Italia, lo scorso anno, il 60% delle persone ha vissuto rischi online, cifra che sale al 63% tra gli adolescenti.
Nel mondo la percentuale generale sale al 67%, al 70% se si prendono gli adolescenti o la fascia di età dai 13 ai 17 anni, e all'85% per la fascia di età dai 18 ai 19 anni.
Si tratta dei dati del Global Online Safety Survey che Microsoft pubblica ogni anno in occasione del Safer Internet Day.
Secondo la ricerca, la disinformazione (45%) e i rischi per la persona come incitamento all’odio, cyberbullismo, minacce (34%) e contenuti violenti (32%) sono i rischi più comuni riscontrati in Italia. A differenza della maggior parte dei paesi, i ragazzi sono esposti a maggiori rischi sessuali rispetto alle ragazze: 16% contro 10%.
Inoltre, è stato dimostrato che i genitori di adolescenti sottovalutano qualsiasi tipo di rischio a cui i loro figli potrebbero essere esposti. Cyberbullismo e rischi sessuali sono tra i rischi che più preoccupano, rispettivamente per il 50% e il 38% del campione.
Tuttavia, gli adolescenti nel complesso stanno iniziando a rendersi conto dei rischi: il 73% non condivide informazioni sensibili, il 61% controlla i follower e le richieste di amicizia e il 58% utilizza strumenti come bloccare gli utenti o eliminare i follower.
Per proteggersi da potenziali rischi, il 55% degli adolescenti rende privati ​​i propri account, il 39% esamina e segue le richieste di amicizia e il 39% attiva i filtri dei contenuti.
Dopo essere stati esposti ai rischi online, l'89% dei bambini italiani ne parla con i propri genitori (rispetto all'87% dei bambini nel mondo, un numero in aumento rispetto allo scorso anno, quando il dato era del 76%).
Infine, il 41% dei ragazzi italiani parla regolarmente con i propri genitori delle proprie attività online.
La ricerca di Microsoft si concentra anche sull'intelligenza artificiale, che è l'attuale tendenza tecnologica in cui i giovani si identificano.
Frodi (71% nel mondo, contro 75% in Italia), deepfake (69% nel mondo, 71% nel nostro Paese) e abusi online (69% nel mondo, 72% in Italia) sono le tre principali fonti di preoccupazione correlata, con l’intelligenza artificiale generativa, simile a ChatGpt, in cui Microsoft ha investito. (Io dimentico).

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