Van der Hoen, fuggitivo olandese, sconfigge il Giro Ditalia |  Gli sport

Van der Hoen, fuggitivo olandese, sconfigge il Giro Ditalia | Gli sport

Van der Horn vince pochi secondi su Peloton.Luca Bettini / Agence France-Presse

All’inizio quando ha iniziato a piovere a Biella, ai piedi della salita Pantaniana Nel protettorato d’Europa, alcuni colombiani in Italia, una madre e una figlia, stavano davanti al bus degli Emirati Arabi Uniti, la squadra di Molano e Gaviria, e hanno esposto la loro bandiera tricolore, con una doppia striscia gialla, come amava Goethe, e un poster di carta marrone con un segno. Lettera chiara a caratteri cubitali, scritta con pennarelli colorati: “SOS Colombia. No alla repressione del governo paramilitare. La protesta è un diritto. Resistenza”.

Il Giro si avvicina alle prime montagne – martedì, Sestola, dove Alberto Tomba ha imparato a sciare, come tutti i bolognesi – ma in anticipo passa per Alba e per i Colli Uberrh in Langhe e Roero, Beppe Fenoglio e Resistencia, dai ribelli. , Guerriglia e imboscate, di sangue e combattimenti, dove non piove. Si può riscrivere Marx e determinare che la storia non si ripete come una farsa, come si pensava, ma come una corsa ciclistica, e l’agonia di un corridore olandese in fuga, Taco van der Hoen, che eccita e accende le persone. Contento. Per chi ha sempre creduto che la vera bellezza, fugace e così bizzarra, ferma la vittoria dell’improbabile, perché Van der Horn combatte, si morde i denti e sconfigge la bandiera phyla che ha scatenato nella caccia. Le donne colombiane potrebbero non saperlo, ma lo sentono sicuramente e ricordano ai ciclisti il ​​mondo.

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Il plotone sta perdendo l’orgoglio e, come i grandi eserciti, ha bisogno di riorganizzarsi e aspettare gli estremisti che non sono riusciti a tenere il passo della terza e quarta salita consecutiva sulle colline che ospitano i tanti vigneti. Nessuna delle star emergenti ha deciso di fare lo spettacolare golpe che i tifosi vogliono che salgano a Guarene, un muro all’uscita Alba con un paio di ettari finali del 15%.

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La Sagan, il più prediletto del tipo di terreno, che si nasconde dietro la sua squadra, al ritmo della Bora; Né gli scalatori prolissi, che provengono dalle alte montagne, né l’Almeida, portoghese all’inizio del 2020. Non il più popolare, REMCO, così giovane che Alba, anche la città del tartufo bianco, non sembra affatto uno slogan di resistenza contro gli invasori nazisti ma, in ogni caso, come il luogo dove i cioccolatieri Ferrero inventarono il Kinder uovo che ha reso la sua infanzia così felice nonostante non sia tanto quanto la sua faccia da ragazzino ucraino-sfacciata e molto in forma di 18 anni – il più giovane al Giro negli ultimi 75 anni, almeno – che si insinua nella fuga di Van der Horn a un chilometro zero e lascia pallido e riluttante a continuare a giocare quando è in atterraggio a una certa distanza Un centimetro di urto con una moto ti attraversa in curva.

Dopo il teatro, l’amato Filippo Jana di tutti ha annunciato che Sestula avrebbe significato la fine della sua storia rosa per il 2021 (tre giorni, più del 2020), e che invece avrebbe indossato la tunica da operaio per il suo amato leader Egan Bernal, che ha creduto in lui. tanto e tanto sperato per lui. Dice anche che il mancato movimento di Rymco non significa che non si senta bene, anzi, il 21enne belga che torna al ciclismo nove mesi dopo essersi rotto l’anca è, per Jana, il giocatore più forte. Gyro. “Come vengono i giovani, che coraggio”, ha detto il gigante italiano, che ha meno di 25 anni e si sente già invecchiato. “Ero già un po ‘fradicio durante la recente salita, ma l’ho visto salire come un fulmine mentre spostava la tavola grande nella parte più difficile. Gopi.”

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