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Un film documentario che mette a confronto la dittatura di Pinochet e l'Italia oggi  Cinema |  divertimento

Un film documentario che mette a confronto la dittatura di Pinochet e l'Italia oggi Cinema | divertimento

Il famoso regista italiano Nanni MorettiIn Italia è andato in onda un documentario sulla dittatura cilena Augusto Pinochetdove paragona l'Italia di oggi a quella che accolse centinaia di perseguitati in fuga dal regime militare negli anni '70.

Il documentario intitolato Santiago, Italia, Si è concluso a novembre il Torino Film Festival, che dalla sua proiezione del 6 dicembre ha riscosso un successo inaspettato in tutta la penisola, scatenando applausi e riempiendo le sale cinematografiche.

“È tragicamente bello”, ha commentato uno spettatore dopo la proiezione nel leggendario teatro Novo Sacher del regista.

Il nuovo lavoro del pluripremiato regista italiano, 65 anni, noto per la sua satira, il sarcasmo e i film intimisti, è anche un documento storico, composto da numerose interviste sul colpo di stato che costò la vita al socialista El Salvador. Allende nel 1973, una critica alla società italiana oggi.

Il documentario, realizzato durante la sua permanenza in Cile nel settembre 2017, ricostruisce il ruolo dell'ambasciata italiana in Cile nei mesi successivi al colpo di stato militare, quando accolse centinaia di dissidenti richiedenti asilo e poi garantì loro la possibilità di vivere e integrarsi in Italia .

“Per noi è stata una forte esperienza umanitaria accogliere 600 rifugiati cileni. Per tutti noi abbiamo chiesto un passaggio sicuro. Ogni mattina, un veicolo partiva per l'aeroporto accompagnato dall'esercito con i rifugiati. Si muoveva”, hanno detto Roberto Toscano, all'epoca. Un giovane diplomatico, ha detto in un articolo su Santiago e intervistato da Moretti.

Senza essere esplicito, pur mantenendo ritmo e tensione, il documentario è molto obiettivo mostrando il lato solidale, umano, compassionevole e coraggioso che l'Italia sembra aver perso.

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«Era un'altra Italia», ha ammesso il regista in un'intervista al direttore de La Repubblica Mario Calabresi.

«Ho deciso di raccontare oggi questa storia perché gran parte della società italiana si muove nella direzione opposta dell'accoglienza e della solidarietà», ha spiegato il regista.

Una critica aperta alla politica xenofoba dell'estrema destra Matteo Salvini, attuale ministro dell'Interno e uomo forte della coalizione di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle antiregime.

Per tre decenni Moretti è stato un ardente storico del suo tempo e un autore con una visione altamente critica del mondo e di se stesso, venata di cinismo.

Noto come cineasta impegnato a sinistra e forte sostenitore della sua indipendenza, Moretti ha vinto il premio nel 2001. Palma d'Oro a Cannes con La Stanza del Figlio, in cui mette da parte il suo solito sarcasmo per raccontare un dramma serio sulla perdita di un figlio. (Io)