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Meloni sfida la sinistra e si presenta alla più grande conferenza sindacale italiana |  Internazionale

Meloni sfida la sinistra e si presenta alla più grande conferenza sindacale italiana | Internazionale

Georgia Maloney ha un piano chiaro: governare il più a lungo possibile e conquistare la più ampia fascia di elettori possibile. Per fare questo, è apparso questo venerdì al convegno della maggioranza di sinistra CGIL, nonostante l’ostilità che avrebbe dovuto affrontare. Un nuovo Segretario Generale doveva essere eletto nei giorni importanti. Un momento in cui l’intera orbita progressista guardava verso la città di Rimini sulla costa adriatica…

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Georgia Maloney ha un piano chiaro: governare il più a lungo possibile e conquistare la più ampia fascia di elettori possibile. Per fare questo, è apparso questo venerdì al convegno della maggioranza di sinistra CGIL, nonostante l’ostilità che avrebbe dovuto affrontare. Un nuovo Segretario Generale doveva essere eletto nei giorni importanti. Un attimo verso Rimini, città della riviera adriatica dove si incontrava l’intera orbita progressista e l’intera famiglia della sinistra. All’evento hanno partecipato anche rappresentanti di altri paesi, come Yolanda Díaz, secondo vicepresidente del governo e ministro del lavoro. E sarà l’esordio di Ellie Schlein, nuova leader dell’opposizione in Italia, nuovissima segretaria del Pd. Ma Maloney, come in altri casi, è comparso in quella foto e ha voluto fare il suo discorso per gli operai. Detto questo, una parte degli inservienti alzò i pugni e uscì dalla stanza cantando l’inno partigiano. Ciao bello.

La Meloni ama quelle situazioni. Ne ha approfittato per lanciare una filippica, come fa sempre il presidente del Consiglio. “Alcune persone hanno detto che non verrò a queste proteste per paura di denunce. Ascolta, fischietto da quando avevo 16 anni. Sono qualificato in materia”, ha detto calorosamente. “Ma oggi è il 17 marzo, Festa di Unità Nazionale. Una giornata per celebrare la nascita legale della nostra nazione. Qui il capo del consiglio dei ministri è assente da 27 anni. Questa esistenza, questa discussione, oggi possiamo veramente provare a celebrare l’unità nazionale. Perché l’unità non elimina l’opposizione che ha un ruolo educativo per ogni società. La solidarietà è un nobile interesse, una legge comune che dà senso all’opposizione”.

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Giorgia Meloni, quando si è esibita a Rimini questo venerdì. Davide Gennari (EFE)

Sono passati 27 anni da quando un Presidente del Consiglio ha partecipato e parlato al Congresso della CGIL. Il segretario uscente Maurizio Landini l’ha chiamata qualche settimana fa e l’ha invitata a un incontro. “Il sindacato parla con tutti in modo imparziale”, ha detto, convincendola che era un piano onesto. Il Primo Ministro ci ha riflettuto e ha deciso di accettarlo. Nei 18 convegni tenuti dalla CGIL nel corso della sua storia sono intervenuti solo tre pionieri: Giovanni Spatolini, Bettino Craxi e Romano Prodi. Ma quella appartiene ad un’altra epoca, in cui il sindacato era un interlocutore imprescindibile per qualsiasi governo o partito che volesse avere voce nel mondo dei lavoratori. L’arrivo di Matteo Renzi, profondamente in disaccordo con i sindacati nel 2014, ha cementato lo scollamento che da allora hanno mantenuto altri premier, come Giuseppe Conte, che ha rifiutato l’invito di Landini al congresso del 2019.

Il progetto politico della Meloni in Italia prevedeva il raggiungimento di una posizione egemonica nel mondo conservatore. Ma per coordinare l’avanzamento di un certo diritto nel mondo dei lavoratori. Lo ha dimostrato sul palco accusando di “estrema destra” il gruppo di militanti che due anni fa ha attaccato la sede sindacale. Il leader di Fratelli d’Italia, che all’epoca riscosse il plauso del pubblico, vuole completare il cammino iniziato dalla Lega di Matteo Salvini qualche anno fa verso il voto operaio e approfittare della platea del più grande convegno italiano. Union, hanno partecipato all’evento quasi 5,2 milioni di affiliati e 1.000 delegati. Lo ha fatto per difendere la sua riforma fiscale e, tra l’altro, per opporsi all’introduzione di un salario minimo. Una mossa, infatti, non pienamente condivisa dalla dirigenza uscente della Cgil.

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Il sindacato stesso è cambiato molto negli ultimi anni. Landini, infatti, è stato il primo segretario che non provenisse già dal Pci o dalle sue braci. Certo, il suo orientamento è a sinistra, ma uno spettro da allargare a partiti come il Movimento 5 Stelle e, sempre più, organizzazioni populiste della destra sociale, come lo sono da anni i Fratelli d’Italia. Adesso però Maloney vuole di più e il suo discorso di questo venerdì, molto generoso, non lascia dubbi. “L’Italia è l’unico Paese dell’Ue in cui i salari sono più bassi di quelli degli anni ’90. E questo significa che c’è l’emergenza. E le ricette utilizzate finora non funzionano. Bisogna immaginare un nuovo percorso finalizzato alla crescita economica. E la sfida è mettere queste aziende e questi lavoratori nelle migliori condizioni per creare quella ricchezza». il nuovo riferimento del mondo economico e imprenditoriale.

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