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Maloney attacca il conglomerato industriale Stellandis, guidato da Agnelly

Maloney attacca il conglomerato industriale Stellandis, guidato da Agnelly

Il primo ministro Giorgia Meloni ha lanciato un feroce attacco contro la multinazionale automobilistica Stellandis e la famiglia Agnelli, segnando un nuovo capitolo nella storia italiana in termini di rapporti tra governo e industria, politica e capitalismo.

Si tratta del secondo attacco in tre giorni in parlamento, un tema caldo che preoccupa l'Italia, in risposta a una domanda del partito centrista Azione sul gruppo ex-Fiat fondato da Giovanni Agnelli in una seduta di controllo del governo. Oggi nel Paese transalpino il motore dell’economia è in crisi. Il gruppo Stellantis con sede nei Paesi Bassi è stato fondato nel 2021 con FCA (Fiat-Chrysler Automobiles) e il gruppo francese PSA (Peugeot-Citroën), dando vita a una holding che controlla 14 case automobilistiche.

John Elgan, capostipite degli Stellandi, erede della dinastia Agnelli; Ma è il manager che sembra tagliare Cody Carlos Tavares, Nato a Lisbona 65 anni fa, oggi amministratore delegato di una multinazionale, con stipendio 23,5 milioni di euro (64.328 euro al giorno), uno stipendio che il presidente francese Emmanuel Macron ha definito “eccessivo” e “insoddisfacente”. Carlos Tavares è particolarmente irritante per il governo italiano. Da tempo i vertici della Fiat non si presentavano nella sede del governo, Palazzo Sigi, per mostrare al primo ministro l'ultimo modello di automobile prodotto dal gruppo. Quell’epoca si è conclusa con la morte di Sergio Marchione, brillante manager della Fiat, nel 2018, una tragedia per l’industria italiana e per il settore automobilistico in particolare.

Trasferimento in Olanda

La Meloni ha accusato Stellandis di essere contraria agli interessi degli italiani in alcune decisioni, come lo spostamento della sede legale e finanziaria in Olanda. Il presidente del Consiglio ha criticato specificatamente la cessione della Fiat ai francesi, trasformandola in una fusione: “La presunta fusione tra FCA e il gruppo francese PSA in realtà nascondeva l'acquisizione francese dello storico gruppo italiano. [Fiat]”Oggi nel consiglio di amministrazione di Stellandis siede un rappresentante del governo francese, e non si tratta di decisioni industriali del consiglio che tengono conto delle autorità francesi rispetto a quelle italiane.”

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Come ha spiegato Giorgia Meloni, le conseguenze non possono essere negative per l'Italia: «Di conseguenza, presidente del Consiglio, la Francia produce più dell'Italia, dove abbiamo prodotto più di 1 milione di auto nel 2017, e meno di 700mila nel 2022. Secondo i sindacati, si perdono più di 7.000 posti di lavoro.” Il Primo Ministro ha anche criticato severamente la politica del “Trasferimenti” Realizzata dalla multinazionale Stellandis, con riferimento specifico alla produzione negli Usa e in Francia: “Se vuoi pubblicizzare un'auto come un gioiello italiano e venderla sul mercato mondiale, quell'auto deve essere fatta in Italia”. Queste le regole della l’attuale governo e si applicano a tutti”.

In questo senso, la Meloni ha spiegato che l'Esecutivo ha cambiato le regole: “Da un lato abbiamo incentivato chi torna a produrre in Italia, dall'altro incoraggiamo chi si sposta, deve restituire eventuali benefici o pubblici. Aiuti ricevuti nei Paesi negli ultimi dieci anni. Con chi vuole investire nelle eccellenze storiche italiane, tornare in Italia almeno una volta all'anno. Vogliamo produrre milioni di veicoli.” Un portavoce di Stellandis si è difeso dalle critiche di Meloni: “Il gruppo ha investito miliardi di euro in attività italiane per nuovi prodotti e siti produttivi”.

Scena ambientata in Marocco

Ma più che all’Italia, Stellandis sembra guardare al Marocco, secondo il senatore Carlos Calenda, ex ministro dello sviluppo economico e capo del partito centrista Agion. Quattro modelli sono già stati assemblati nello stabilimento di Kenitra, che ha anche un centro di ricerca e sviluppo a Casablanca. Oltre alle critiche di Giorgia Meloni alla multinazionale, Carlo Calenda ha mostrato ai media italiani una lettera inviata dalla multinazionale Stellandis ai fornitori italiani in cui elogia le opportunità per il Gruppo Elcon di spostare gli investimenti in Marocco, dove è già grande.

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Oltre alla lettera, hanno inviato un opuscolo del governo marocchino che evidenzia i vantaggi dell’industria automobilistica in quel paese. “La fuga dall'Italia continua sempre di più”, ha detto Carlos Calenda, particolarmente duro contro John Elkann e la Fiat: “Dopo la morte di Sergio Marchionne, John Elkann ha iniziato a vendere asset (…) L'ex gruppo Fiat non ha più “Non c'è niente di italiano. Secondo loro l'Italia è un altro mercato, ma chiedono soldi e incentivi. “Sono capitalisti che fanno i fatti loro e se ne fregano dell'Italia”. Riguardo agli incentivi che la Fiat ha ricevuto in abbondanza da diverse parti governi nel corso della sua storia, Carlo Calenda ha riferito a 'Il Messaggero': “Il secondo governo di Giuseppe Conte quando [desde el 5 septiembre 2019 al 13 febrero 2021], Fiat-Chrysler ha ricevuto una garanzia pubblica di 6,3 miliardi di euro, che le ha permesso di pagare 3,9 miliardi di euro di dividendi agli azionisti nei Paesi Bassi. Vendo davvero la Fiat alla Peugeot.

Il senatore Carlo Calenda ha rivolto dure accuse alla sinistra, in particolare alla leader del Partito democratico, Ellie Schlein, e al capo del più grande sindacato del Paese, Maurizio Landini, segretario della CGIL, di aver smesso di parlare. Un ex aereo Fiat da quando gli Elgan comprarono La Repubblica”, un importante quotidiano di sinistra, particolarmente critico nei confronti di Giorgia Meloni. In una precisa dichiarazione a La Repubblica, Calenda rivela un conflitto di interessi: “Ho sempre detto che Landini e Schlein non parlavano di Stellandis per tenere Repubblica dalla loro parte. Dopo che Elkann acquistò La Repubblica, ci fu una 'Republica “effetto” sulla sinistra italiana, perché Schlein e l'Unione italiana non hanno parlato di Stellandis; “Landini ha ammorbidito incredibilmente i toni.” “Quando la Elcon finirà di disinvestire in Italia venderà La Repubblica, che è servita solo a coprire le loro fuga dal nostro paese a sinistra.”

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