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Il suo avvocato, l’ex ministro del petrolio venezuelano, ha annunciato che l’Italia non lo avrebbe estradato

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Roma (AFP)

Il suo avvocato Roberto de Vita ha annunciato martedì a Roma che l’ex ministro venezuelano dell’Energia e del Petrolio Rafael Ramirez, accusato dal suo Paese di fallimento della compagnia petrolifera statale, “non lo estrada” in Italia.

“La corte d’appello ha respinto la richiesta di estradizione presentata dal Venezuela nel 2020 e ha anche riconosciuto che nessuno può essere estradato in quel paese sudamericano perché viola i diritti umani”, ha detto de Vita all’AFP.

La Procura venezuelana aveva chiesto l’arresto e l’estradizione di Ramirez con l’accusa di “appropriazione indebita, riciclaggio di denaro e associazione criminale” dopo che lui, uno degli uomini di fiducia del defunto leader socialista venezuelano Hugo Chavez, aveva rotto alla fine del 2017 con il suo successore, Nicolas Maduro.

Questa è una sentenza importante, perché la giustizia italiana ha cambiato completamente posizione dopo che Ramirez ha ricevuto lo status di rifugiato a luglio ed è stato considerato un perseguitato politico.

“Presentiamo un’ampia documentazione delle sanzioni e sanzioni che le Nazioni Unite e l’Unione Europea hanno applicato al Venezuela che mostrano le violazioni dei diritti umani commesse da quel Paese”, ha aggiunto de Vita.

Lo scorso luglio, la corte d’appello si è pronunciata a favore dell’estradizione, ma a settembre ha chiesto una sentenza diversa dopo aver ricevuto documenti dalla difesa di Ramirez.

L’ex capo della potente compagnia petrolifera statale PDVSA (2004-2014) e l’ex ministro del Petrolio (2002-2014), che è stato anche ambasciatore alle Nazioni Unite, accusano l’attuale governo venezuelano di distruggere e trasformare l’economia del Paese. Il Venezuela è in una sanguinosa dittatura.

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Ramirez credeva di essere stato vittima di false accuse per eliminare un avversario importante.

Il governo venezuelano può appellare la sentenza alla Corte di cassazione italiana, ma l’avvocato de Vita stima che otterrà pochi risultati perché la sentenza non è legata solo al caso Ramirez.

“L’Italia, e in particolare il nuovo governo guidato da Mario Draghi, ha assunto una posizione molto forte e ferma per quanto riguarda il rispetto del diritto internazionale e in accordo con la magistratura”, ha affermato.

“Il rapporto sul Venezuela preparato dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, la cilena Michelle Bachelet, è stato essenziale”, ha aggiunto de Vita, rilevando i rapporti sull'”intimidazione e criminalizzazione” della società civile in Venezuela.

Il cosiddetto “zar del petrolio” (58 anni), ingegnere di professione e sposato con una donna italiana, non ha voluto rilasciare dichiarazioni alla stampa.