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Allerta del Fondo monetario internazionale a Roma tra debito e crescita – Economia

Allerta del Fondo monetario internazionale a Roma tra debito e crescita – Economia

Ansamed – New York – La crescita si “restringerà” allo 0,2% nel 2026, quando finirà l'impulso del Piano nazionale di resilienza e ricostruzione (PNRR), disegnato dopo la pandemia con il contributo dell'Unione europea, e del super bonus (ANSA ( crediti d’imposta)) e un debito che supererà il 140% già nel 2025.
Il Fmi potrebbe avere voce in capitolo sull’economia italiana, arrivando a suggerire di ridurre l’intreccio tra sconti, bonus e aiuti antinflazionistici attraverso “azioni rapide”.
I numeri sono meno preoccupanti delle stime del DEF, il documento che stabilisce i parametri e i parametri di riferimento della politica economica del governo per i prossimi anni. Il Fondo prevede una crescita dello 0,7% quest’anno e il prossimo (rispetto all’1% circa delle previsioni dello Stato italiano) e un debito diretto del 140,4% già nel 2025 (nelle previsioni del DEF il debito rimane sempre al di sotto del 140%).
Queste stime non coincidono, ma ciò non incide sul giudizio di Standard & Poor’s, che ha confermato il rating dell’Italia a “BBB” con outlook stabile.
Il Fondo monetario internazionale va oltre e fornisce dettagli e suggerimenti. Nel suo rapporto Comptroller, aveva già chiesto al governo italiano di “fare maggiori sforzi di bilancio”. Oggi, mentre il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti si appresta a lasciare Washington, gli economisti del Fondo monetario internazionale hanno allungato l'orizzonte temporale al 2026 con una stima di crescita di appena lo 0,2%: se la crescita negli ultimi anni è stata “vicina al potenziale” – spiegano – poi grazie all'economia globale. Una politica di bilancio (con l’impulso del Next Generation EU) che “gioca un ruolo” e rilancia gli investimenti.
Nel 2026, questo pagamento terminerà “quando il superbonus si esaurirà e il PNRR continuerà ad esistere, ma non in modo così forte”, spiega Helgi Berger, vicedirettrice del Dipartimento europeo del FMI.
Il debito salirà quindi, entro due anni, al 142,6% del Pil (in “tendenza” il tasso di pagamento del debito resterà al di sotto del 140%). In una conferenza stampa con i giornalisti, il capo del Dipartimento Europa Alfred Kammer ha chiarito ulteriormente cosa intendono a Washington raccomandando un “aggiustamento credibile” del debito.
“Innanzitutto in cima alla lista ci sono le agevolazioni fiscali, molte delle quali inefficaci – lo Ssuperbonus è un esempio, ma ce ne sono altri”, ha detto Kammer. Inoltre, si potrebbero eliminare le “scappatoie” fiscali, vale a dire l’evasione fiscale, e molti programmi di sostegno antinflazionistico.
Un uso più efficiente dei fondi europei potrebbe rientrare nei piani del Ministero dell'Economia una volta che l'UE renderà noti i parametri del suo nuovo patto di stabilità a giugno.
(Io dimentico).

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