Sampdoria retrocessa in Serie C per la prima volta nella sua storia: una stagione segnata da caos tecnico, investimenti falliti e risultati disastrosi.
La Sampdoria ha toccato il punto più basso della sua storia, dopo aver scritto pagine esaltanti negli anni ’90: per la prima volta in 78 anni, il club genovese retrocede in Serie C. Il pareggio a reti inviolate contro la Juve Stabia ha sancito una stagione fallimentare, chiusa al terzultimo posto con 41 punti in 38 giornate e appena 38 gol segnati (nonostante le premesse della vigilia).
Le contemporanee vittorie di Salernitana, Frosinone e Brescia (altre compagini che più che alla serie B, sono state associate alla serie A – in tempi recenti o lontani) nell’ultima giornata hanno condannato i blucerchiati alla retrocessione diretta, senza nemmeno la possibilità di disputare i playout, che invece verranno giocati da Salernitana e Frosinone.
La stagione era iniziata con ambizioni di promozione, affidando la panchina ad Andrea Pirlo (confermato dalla stagione precedente) e la direzione sportiva a Pietro Accardi. Tuttavia, dopo soli tre turni e un punto conquistato, Pirlo è stato esonerato. A lui sono succeduti Andrea Sottil, Leonardo Semplici e infine Alberico Evani, ex giocatore blucerchiato e storico collaboratore tecnico di Roberto Mancini. Nonostante i molteplici cambi in panchina (che forse hanno teso a confondere più che altro l’ambiente e la squadra) e un mercato invernale dispendioso, la squadra non è però riuscita a invertire la rotta.
Sin dall’inizio della stagione, il club aveva investito pesantemente, con un monte ingaggi di circa 30 milioni di euro, il secondo più alto della Serie B (dietro il Sassuolo che ha dominato il campionato). E la rosa è stata composta in effetti da giocatori di altra categoria, come Cragno, Romagnoli, Beruatto, Bellemo, Ricci, Ronaldo Vieira, Coda, Borini, Tutino e Niang.
Tuttavia, le prestazioni in campo non hanno rispecchiato le aspettative, con una serie di risultati negativi che hanno portato alla retrocessione: per la Samp in questa stagione maledetta sole 8 vittorie in 38 gare (17 i pareggi: la pareggite è stato un grosso problema per i blucerchiati).
Come emblema della grande confusione di questa stagione, oltre al grande alternarsi di allenatori, il grande alternarsi di portieri tra i pali: a difendere la porta dei blucerchiati si sono susseguiti Ghidotti, Vismara, Silvestri, Perisan e infine Cragno (portiere che fino a qualche anno fa era in odore di Nazionale).
Il club, che negli anni ’90 aveva conquistato uno Scudetto, una Coppa delle Coppe e raggiunto la finale di Coppa dei Campioni (persa col Barcellona per 1-0 ai supplementari), si trova ora a dover affrontare una realtà completamente diversa: la retrocessione in Serie C rappresenta non solo un fallimento sportivo, ma anche un’incognita per il futuro della Sampdoria sotto tutti i punti di vista (ci sono state squadre che sono rimaste nelle sabbie mobili della terza serie per anni): il presidente Matteo Manfredi, subentrato a Massimo Ferrero con risultati tutt’altro che indimenticabili, avrà la pazienza per ripartire dalla serie C?
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