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La morte del regista italiano Giuliano Montaldo, autore del famoso film “Sacco e Vanzetti”.

La morte del regista italiano Giuliano Montaldo, autore del famoso film “Sacco e Vanzetti”.

Roma, 6 set. (EFE) – Il regista, sceneggiatore e attore italiano Giuliano Montaldo, regista di oltre 20 film, alcuni dei quali famosi in tutto il mondo come “Sacco e Vanzetti” (1971), e regista che ha ha sempre lottato contro le ingiustizie delle persone. I media italiani hanno riferito oggi che il Primo Ministro è morto a Roma all’età di 93 anni.

Montaldo (Genova, 1930), iniziato la sua carriera come attore negli anni Cinquanta, diresse più di 20 film, dopo aver debuttato con “Tiro al Piccione” (1961), anche se i maggiori successi arrivarono alla fine e all’inizio di quel decennio. . Ne consegue, ed è fondamentale per la sua carriera, strettamente associato al cinema americano.

In collaborazione con Gillo Pontecorvo, con il quale ha lavorato come assistente alla regia in diversi film, tra cui il leggendario La battaglia di Algeri, Montaldo ha diretto star come Edward G. Robinson, Janeth Leigh, John Cassavetes, Klaus Kinski e Gian Maria Volonte. Attore feticcio ad alcuni dei suoi più grandi successi.

Dopo il film poliziesco “Gli Intocacabili” (1969), uno dei suoi più grandi successi, il regista realizza una trilogia sul potere con “Got miss uns” (1970) sul potere militare; “Sacco e Vanzetti” (1971) sulla magistratura, e “Giordano Bruno” (1973) su quella religiosa, che gli valsero grande fama, soprattutto il secondo, sulla storia vera di due anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti nel inizio. Dal XX secolo.

L’interpretazione di Volonté e Riccardo Cucciolla (premiata al Festival di Cannes), nonché la canzone del mitico Ennio Morricone resa popolare da Joan Baez, hanno reso “Sacco e Vanzetti” un grande successo internazionale.

“Quando è stato proiettato il film, (il presidente cileno) Salvador Allende mi ha inviato un messaggio dicendo che lo aveva visto al cinema con il pubblico e che gli era piaciuto molto. Un film su Allende era uno dei miei due sogni”. «Non ci sono mai riuscito», ha detto il regista in un’intervista al Corriere della Sera.

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Tra i suoi successivi lavori di rilievo ricordiamo “Agnese va a morire” (1976), “Circuito chiuso” (1978), “Il giocattolo” (1979) e “Marco Polo” (1982), serie televisiva in otto puntate. in cui ha interpretato Burt Lancaster, Anne Bancroft, F. Murray Abraham e John Gielgud, tra molti altri personaggi famosi.

Tra i suoi film più recenti ricordiamo Gli occhiali d’oro (1987), Tempo di uccidere (1989), I Demoni di San Pietroburgo (2008) e L’industriale (2011), oltre alla regia di diversi lavori operistici. All’Arena di Verona, come “Tundarot”, “il Trovatore” o “La Boheme” negli anni ’90.

È sposato con l’instancabile e onnipresente attrice, sceneggiatrice e regista Vera Pescarolo, con la quale ha avuto una lunga storia d’amore, come lui stesso sapeva, e lascia anche una figlia, Elisabetta.