Ansamed – Il calcio femminile sta diventando sempre più popolare a livello internazionale e in Italia in particolare, dove si è concluso il primo campionato femminile di massima serie giocato da professionisti.
Restano però forti le resistenze ad abbinare “donne e calcio”: nonostante una donna su tre dichiari una passione per il calcio, lo sport è considerato decisamente più “maschile” da quasi il 40% degli italiani.
L'effetto del pregiudizio colpisce anche la fascia più giovane degli intervistati (18-35 anni) ma a titolo di protezione: un uomo su quattro proverebbe a far cambiare idea a una ragazza che mostra passione per il calcio, temendo che possa soffrire un po'. Una forma di discriminazione.
Il 67,5% degli italiani, infine, ritiene che sia diffusa la discriminazione nei confronti delle donne sul posto di lavoro: per due persone su tre le donne sono penalizzate negli sbocchi professionali e alcune professioni sono ancora oggi considerate più maschili, come l'ingegnere o il chirurgo.
Sono alcune delle evidenze emerse dalla ricerca “Donne, Lavoro e Sport” condotta da eBay dallo Human Highway Research Institute, che mette in luce cosa pensano gli italiani sul tema “Donne, Calcio” e sulle attività tradizionalmente considerate maschili .
Si tratta di una nuova opportunità per eBay, partner della Divisione Calcio Femminile della FIFA, per promuovere conoscenze e progetti volti a promuovere l'inclusione e l'uguaglianza di genere in tutti gli ambiti della società.
Quello appena concluso è stato un anno storico per il calcio femminile, con le giocatrici che hanno preso d'assalto il palco.
I dati diffusi dal Centro Studi della Federcalcio italiana mostrano un forte aumento del numero di calciatrici tesserate: nella stagione calcistica 2021-22, i nuovi tesseramenti nel calcio giovanile femminile hanno raggiunto la cifra storica di 11.278, mentre il numero totale di calciatrici tesserate aumentato del 94% tra gli anni 2008 e 2022.
In termini di interesse da parte del pubblico, i follower dei dieci club della Lega italiana sui social network sono raddoppiati rispetto al 2021, oltre all'incremento della visione televisiva e delle presenze negli stadi.
Come accade sul posto di lavoro e nelle professioni quotidiane, le atlete continuano a soffrire di pregiudizi che le ritengono meno adatte a determinate discipline o professioni.
La maggioranza degli italiani ritiene che esista una discriminazione nei confronti delle donne (67,5%). (Io dimentico).
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