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Una generazione di italiani senza il Mondiale |  Gli sport

Una generazione di italiani senza il Mondiale | Gli sport

Il gol della Macedonia al 92′ risuonava come un rombo di morte da nord a sud in tutta l’Italia. Otto anni consecutivi senza il Mondiale. Un triste traguardo senza precedenti nella storia del calcio italiano. Nessuno può immaginare che la squadra che ha vinto l’ultimo Campionato Europeo con una partita piena, felice ed efficiente sarebbe caduta in casa nella povera Macedonia del Nord e avrebbe perso, per la seconda volta consecutiva, la massima competizione calcistica. Uno dei pochi eventi, nell’interesse di un più grande dramma nazionale, è riuscito a unire un Paese in un conflitto interno e in quasi sempre bisognoso come mai, dopo una crudele pandemia, di un momento di compagnia. L’eliminazione contro la Svezia quattro anni fa è stata molto difficile. Ma era pieno di elementi sul campo di gioco che gli permettevano di spiegare. Questa volta regna un’assurdità che lascerà un’intera generazione di ragazzi italiani senza ricordi del Mondiale.

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Gianluigi Donnarumma, Gianluca Mancini (Chilini, basso 89), Florenzi, Emerson, Alessandro Bastoni, Jorginho, Barilla (Sandro Tonali, minimo 76), Verratti, Incin (Giacomo Rasbadori, basso 63), Steady (Lorenzo Pellegrini, Maine .76) e Berardi (João Pedro, 88° minuto)

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Macedonia del Nord

Dmitrievsky, Ristovsky, Museliu, Velikovsky (Restevsky, minimo 85), Alyosky, Enes Bardi, A. Trajkovsky, Chorlinov, Adami (Askowski, min. 58), Boban Nikolov (Spirovsky, min. 58) e Milan Ristovsky (Bojan Miovsky, min. 71)

Obiettivi 0-1 min 91: a. Trajkovskij.

cartellini gialli Vilkowski (79 minuti)

È stata una grande partita: inutile e disperata per i tifosi Azzurro. Ma la maggior parte delle partite recenti sono state così. Tuttavia, nessuno in Italia è riuscito a capire le cause della fragorosa caduta. La squadra aveva in panchina Roberto Mancini, un buon allenatore alla guida di una squadra giovane e di straordinaria qualità nelle ultime generazioni. È vero, i regolamenti erano un po’ strani, dato che c’erano due gruppi di classificatori nello stesso girone e lo stato è svenuto prima della partita senza pensare davvero che potessero essere rilevanti. Ma questo non importava, perché il Nacional non è nemmeno arrivato al secondo turno. Nessuno avrebbe potuto immaginare, nemmeno durante una partita in cui l’Italia ha dominato, quel disastro sarebbe accaduto di nuovo a Palermo.

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L’eliminazione ha sorpreso tutta l’Italia. Il paese non era pronto per una rinascita del dramma. Non c’era atmosfera finale nei bar di Roma, come c’era con la Svezia quattro anni fa. Il gioco non è stato pubblicizzato come una questione di vita o di morte come lo era in quell’occasione. La presunta finale di martedì prossimo doveva essere con il Portogallo, non una partita sottovalutata a Palermo contro una squadra che l’intero Paese considera terza. Ma l’Italia, ossessionata dal ricordo della squalifica contro la Svezia, era un relitto nervoso incapace di superare la storia moderna. Quattro anni fa si è verificata una tragedia unica: la squadra non è stata esclusa dai Mondiali dal 1958. Questo giovedì sono riusciti a superarla e a segnare in rosso le pagine della loro storia.

Crisi del campionato italiano

L’esclusione dell’Italia aggrava una crisi sportiva che ha allevato le fila delle giovanili e sta distruggendo il campionato italiano, torneo che non può più competere con i maggiori campionati europei. Quasi tutti concordano sul fatto che il miraggio dell’ultimo Europeo ha causato più danni del previsto, mascherando un problema endemico che deve ancora essere risolto. Il capitano, Giorgio Chiellini, ha confermato il dramma: “Abbiamo perso un gol, una cosa importante. Abbiamo commesso degli errori da settembre ad oggi e li abbiamo pagati. Ci sono tanti giovani e dobbiamo ricostruire la squadra per giocare il benedetto Campionato Europeo e Di nuovo il Mondiale tra quattro anni”.

L’Italia dovrà ora fare i conti con il suo presente. La prima e più ovvia ora sembra essere le dimissioni del suo allenatore. “E’ la più grande delusione della mia carriera. Ma al mio futuro penserò dopo. Tutta la fortuna che ha avuto l’Europa League è stata sfortuna in questo periodo”, ha lamentato il tecnico. Va contemplata una tragica rigenerazione di un gruppo di giocatori che stava appena emergendo. Ma dovrà anche analizzare il suo futuro e permettersi di sognare solo di tornare sui campi della Coppa del Mondo nel 2026. Saranno 20 anni dopo aver alzato l’ultimo trofeo a Berlino e aver giocato solo sei partite di Coppa del Mondo. .

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