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“Sono ignifugo, per me la parola impossibile non esiste”

“Sono ignifugo, per me la parola impossibile non esiste”

Non c’è nessuno da fermare L’entusiasmo di Juan Alujin, un pilota disposto a fare “tanta guerra” nella nautica a motore, in cui rimane “al top” nelle competizioni. Il suo ultimo appuntamento, quello europeo, si è svolto recentemente nella cittadina portoghese di Entre os Ríos.

Come ci si sente ad essere chiamato il nonno della pista di surf nazionale e internazionale?

Bene (ride), fantastico. A 64 anni, questa è la verità. All’ultimo Campionato Europeo in Portogallo, il “portavoce” ha avuto i dettagli, quando ha nominato i piloti che correvano nella prima classe (GP1) in cui è stato inquadrato, per dire: “Davanti a te, il più grande pilota europeo nel mondo”. Tutti hanno applaudito. Mi piaceva perché conoscevano un mestiere da quante stagioni…?

Trentasette, in rotta verso quattro decenni, più di mille gare, quasi niente!

Attualmente sono un pilota con la licenza più lunga. Corro con i ragazzi dei colleghi con cui ho iniziato la mia carriera. I miei 64 anni saranno un ostacolo per gli altri, ma sono le mie migliori virtù.

“Sono di gran lunga il pilota con la licenza più lunga. Corro con i figli dei colleghi con cui ho iniziato la mia carriera”

Quindi, non c’è nessuno che si ritiri da te.

Non in acqua, ma sono andato in pensione presto per lavoro (un funzionario del consiglio comunale di Saragozza) e questo mi darà una palla in più: la possibilità di ritardare l’allenamento al mattino, di non andare in palestra al momento giusto, andare in sella a una bici senza ruota… vincerò di più fisicamente, con maggiore resistenza; Esperienza, ho già più di quanto ho imparato.

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E’ ancor più apprezzato che il Curriculum Sportivo sia un pilota indoor, senz’acqua per gli allenamenti perché privo di permesso.

Quando ho iniziato non c’erano campionati spagnoli, le prime gare si sono svolte in Catalogna. Mi hanno anche detto che il pilota aragonese – riferendosi al fatto che è dentro – non sarebbe mai andato da nessuna parte. Però sono cresciuto affrontando disabilità: la mia bici è praticamente di serie, non ho allenatori né meccanici né un grande sponsor, non posso mettere la bici nell’Ebro…

e più difficile?

Viaggi da soli: vai e chiedi a un amico di 64 anni di accompagnarti in Portogallo per il weekend – come è stato qualche giorno fa -, con una roulotte e quasi dieci ore di viaggio e 2.000 chilometri, per vedermi correre. Nessuno segna o impazzisce! Insomma, sono ignifugo, per me la parola impossibile non esiste.

“Lo sport è il mio modo di vedere la vita. Ora sto raccogliendo il raccolto di tutti questi anni di attività e i risultati sono più preziosi”

Dal surf allo sci in giro per il mondo in moto…

Ho sempre amato l’acqua e mi guadagno da vivere attraverso lo sport. Ho iniziato come bagnino. Poi ha iniziato a praticare il surf, sport che ha trionfato negli Stati Uniti negli anni ’80. E dal maneggiare la vela nel Sutonera Reservoir, il vento mi ha portato a Tarifa. Lì ha cambiato la targa per una moto da passeggio, l’aereo a reazione, e ha iniziato a correre…

Una corsa veloce attraverso metà del pianeta…

Singapore, Cuba, Svizzera, Corea, Corsica, Italia, Francia, Portogallo, Cina… Con medaglie di tutti i colori in Cittadini, Aragonesi, Coppe del Re, Mondiali, Europei… Lo sport è il mio modo di vedere la vita. Ora sto raccogliendo il raccolto di tutti questi anni di attività ei risultati sono ancora più preziosi. Ovviamente le mie ginocchia mi danno fastidio, il mio collo, ho subito interventi chirurgici per infortuni post-seduti, perché hai 400 cavalli tra le gambe e devi fermarlo. Ma mi sento benissimo.

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“La mia migliore professione nella vita è stata quella di mettere su famiglia”.

Di tutti i lavori che hai nel tuo record, quali apprezzi e apprezzi di più?

La mia migliore professione nella vita è stata crescere una famiglia. All’inizio non volevo legami, ma il giorno in cui ho conosciuto Anna, tutto è cambiato. Poi sono arrivati ​​Irene e Juan, due miei tesori. C’è stato anche un altro momento prezioso negli ultimi 45 minuti della motonautica di Ebro, la finale del Campionato Aragonese, che ho vinto. Essere sul podio e avere i miei figli mi rende così orgoglioso. Meglio di qualsiasi viaggio in Cina.

Risolto il problema nei campionati europei e portoghesi

*

Dal 15 al 17 luglio ha ospitato la città portoghese di Entre-Os-Rios Campionato Europeo di moto d’acqua, evento in cui il pilota aragonese non ha mancato l’appuntamento Juan Alujinche ha gareggiato sul circuito di Classe regina GP1, dove è arrivato settimo Luogo. Inoltre, ha anche gareggiato nel campionato portoghese GP1V Class Endurance – tre gare di 40 minuti ciascuna – dove ha ottenuto tre secondi posti, concludendo questa competizione con un secondo posto.