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Ricoberto Uran ricorda il giorno in cui ha perso il Giro d’Italia 2014 con Nairo Quintana |  Ciclismo

Ricoberto Uran ricorda il giorno in cui ha perso il Giro d’Italia 2014 con Nairo Quintana | Ciclismo

Ricoberto Urano

È uno dei migliori ciclisti nella storia del nostro paese, integrando la generazione d’oro della Colombia negli ultimi anni. La carriera dell’uomo di Antioquia è stata segnata da buoni risultati nei grandi giri e alle Olimpiadi di Londra, dove ha vinto una medaglia d’argento nella corsa su strada nel 2012.

Una delle gare che ha rappresentato una grossa ‘spina’ per l’uomo di Urrao è stata il Giro d’Italia 2014 dove Nairo Quintana si è affermato come il campione in carica mentre ‘Rico’ si è dovuto accontentare del secondo posto.

Quella versione della gara è stata plasmata da un atto che ha creato polemiche. È successo nella 16a tappa della gara, conclusasi in Val Martello. Lì, il capo del comandante era Uran. Al passaggio del gruppo dallo Stelvio, l’organizzazione ha alzato bandiera rossa a causa delle condizioni meteorologiche che in quell’occasione hanno colpito i corridori.

La squadra di Uran pensava che la gara fosse neutra, mentre Quintana e altri due corridori hanno attaccato la discesa. Alla fine il vincitore di giornata è stato Nairo, che ha vinto la frazione e ha indossato la maglia rosa di leader e non l’ha più mollata.

Nel mezzo della controversia sulla Vuelta a España 2022, Rigoberto Urán ha parlato al portale spagnolo “RTVE” e ha ricordato l’atto che gli ha impedito di essere incoronato in un grande tour.

Nairo Quintana, ciclista colombiano Arcia Samsic

AFP

“La vita ti mette dove devi essere e guardando indietro, non puoi essere felice e in quell’occasione ci hanno colpito con una bandiera rossa, ma quelle sono le situazioni che accadono nelle corse. Mi ha fatto male in quel momento perché quando vedi una bandiera rossa significa che devi fermarti, ma in Italia significa che vai avanti. Questi sono i momenti per cui si deve vivere, tutto qui”, sono state le sue parole.

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Tuttavia, il 35enne di Antioquia insiste sul fatto che ora i risultati non lo influiscono più di tanto: “Ho imparato che per quanto tu voglia progredire, a volte non puoi. Ti insegnano solo a vincere ed essere primo, ma siamo secondi, terzi O se c’è un quarto non succede nulla.