Previsioni Prometea al 2025 — Idealista/news

Previsioni Prometea al 2025 — Idealista/news

UN Il Pil crolla di oltre il 10% e la ripresa non avverrà prima del 2025. Queste le aspettative per l’economia italiana, secondo la società di consulenza italiana Prometia, che prevede anche forti ripercussioni sulla situazione economica mondiale.

Gli effetti del Coronavirus (COVID-19) si faranno sentire in tutto il mondo Economia globale. Il PIL globale, secondo l’ultimo rapporto previsionale Prometea, diminuirà del 5,2% e il commercio globale diminuirà del 14,4%. A livello europeo si parla di un calo medio del Pil dell’8,1%.

La situazione, però, è che l’Italia si troverà in una situazione peggiore, con il Pil in calo del 10,1% nel 2020, nonostante una ripresa del 5,9% nel 2021, che lascerà ampio spazio per una ripresa che non avverrà nel corso del 2021. Cinque almeno anni. Gli incentivi fiscali, responsabili di cinque punti di Pil, porteranno a… Maggiore liquidità per le famiglie, ma non basterà a garantire la ripresa dei consumi.

Secondo il Centro ricerche di Bologna l’Italia dovrà ricorrere ad esso Meccanismo Europeo di Stabilità ( Gestione ecologicamente corretta ), che beneficia di una delle maggiori quote di 650 miliardi di euro potenzialmente stanziati, pari al 18,8%. Nel 2020, il rapporto deficit/PIL potrebbe raggiungere l’11% e il rapporto debito/PIL potrebbe raggiungere il 159%.

“Insomma”, secondo l’ultimo report di Prometea, “sarà per l’Italia Il livello di attività economica nella fase di ripresa è inferiore a quello pre-crisimeno occupazione, livelli più elevati di risparmio delle famiglie e livelli più elevati di debito delle imprese del settore pubblico non finanziario”. abilità, soffriranno di più.

Il rapporto aggiunge: “In questo contesto, gli interventi massicci della Bce sono stati indispensabili nella fase acuta della crisi, ma non sono in grado di risolvere i problemi strutturali. L’accesso a ingenti somme di fondi pubblici a condizioni molto vantaggiose rappresenta un’opportunità da cogliere. “Se queste risorse fossero adeguatamente applicate ai settori vulnerabili dell’economia italiana (dalla sanità, alla scuola e alle infrastrutture), potrebbero portare a un balzo della produttività e della crescita associata previsto da 25 anni”.

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