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Oggi il Vaticano processerà un cardinale per peculato e concussione in uno storico processo

Cardinale Giovanni Angelo Picchio

cardinale Martedì 27 luglio siederà sul banco degli imputati Angelo Piccio, ex alto funzionario della Segreteria di Stato vaticana. Sarà la prima volta che un giudice vaticano condannerà un membro del Collegio cardinalizio, l’organo rappresentativo dell’alta gerarchia ecclesiastica.

Besquiu, che è stato licenziato lo scorso settembre come direttore della Congregazione per le cause dei santi e privato dei suoi diritti cardinali per il suo presunto coinvolgimento in un caso di appropriazione indebita, vive ancora in un appartamento di un edificio di una chiesa. Congregazione per la Dottrina della Fede in Vaticano.

I giudici vaticani processeranno lui e altre nove persone con varie accuse relative alla vaga vendita di un palazzo di lusso nel cuore di Londra. Che ha lasciato, secondo le indagini, un vuoto di quasi 400 milioni di euro nelle casse del piccolo Stato.

Tra i processati c’è il mediatore Gianluigi Torzi, accusato dal Vaticano di averlo truffato per vendergli un immobile a Londra e ricevere 15 milioni di euro in cambio della restituzione dell’immobile ai legittimi proprietari; Rene Bruhlhardt, ex capo dell’AIF, l’Autorità di vigilanza finanziaria della Santa Sede, accusato dall’accusa di abuso di funzioni; O monsignor Mauro Carlino, l’ex segretario del viceministro degli Esteri, accusato di concussione e abuso di funzioni.

Parimenti, Enrico Crasso, che da decenni gestiva gli investimenti della Segreteria di Stato, sarebbe stato processato per peculato, corruzione, concussione, riciclaggio, riciclaggio, truffa, abuso di funzioni, falso in atti pubblici da parte dell’individualismo, falso di documenti privati; Tommaso de Rosa, l’ex direttore dell’AIF, accusato dall’accusa di peculato, abuso di funzioni e violazione del segreto d’ufficio; o Raffaele Mincione, il broker che ha fatto sottoscrivere al Segretario di Stato importanti quote del fondo che possedeva 60 Sloane Avenue a Londra a Londra, e che ha poi utilizzato il denaro ricevuto per i suoi investimenti speculativi, accusato di appropriazione indebita, frode, abuso di funzioni, appropriazione indebita e riciclaggio di denaro; E Nicolas Squelas, un avvocato coinvolto nelle trattative, è accusato di frode, appropriazione indebita, riciclaggio di denaro e riciclaggio di denaro.

Santa Sede del Vaticano
Santa Sede del Vaticano

Fabrizio Terrapasi, funzionario in qualità di segretario presso l’Ufficio amministrativo del ministro degli Esteri, che ha avuto un ruolo di primo piano in questa vicenda, comparirà al processo, accusato di corruzione, concussione, appropriazione indebita, truffa e abuso d’ufficio.

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Oltre a loro, verrà messa l’italiana Cecilia Marugna, che, secondo inchieste trapelate alla stampa, ha ricevuto fino a 500.000 euro dai fondi del ministro degli Esteri gestiti da Becciu tra il 2011 e il 2018, quando era la surrogata responsabile, in prova. Da quell’organo che svolge le funzioni di governo del presidente del Consiglio. Di questi soldi, circa 200.000 euro sono stati utilizzati per acquistare beni di lusso da marchi come Prada, Tod’s o Chanel. Come lei stessa sosteneva nella stampa italiana, questi oggetti non erano per godimento personale, ma venivano usati come regali durante viaggi diplomatici e altre spese di rappresentanza. La donna italiana è stata appellata dai media italiani come “Lady Becciu” ed è stata accusata di appropriazione indebita. I suoi legali hanno già anticipato che chiederanno all’attuale segretario di Stato del cardinale, Pietro Parolin, di testimoniare.

Tuttavia, la Santa Sede libera gli attuali superiori della Segreteria di Stato da ogni censura, insistendo sul fatto che né monsignor Perlasca, firmatario del patto di compravendita, né i suoi superiori, supplente Edgar Peña Parra, e soprattutto il cardinale Pietro Parolin, sono stati effettivamente informato In ogni caso, secondo le indagini, “erano pienamente consapevoli delle implicazioni legali delle diverse categorie di azioni”.

Cardinale Giovanni Angelo Picchio
Cardinale Giovanni Angelo Picchio

La prima udienza orale è fissata per il 27 luglio e verranno risolte le questioni tecniche relative ai procedimenti giudiziari. Sarà più tardi quando verranno inseriti i meriti. Il cardinale Picchio è anche accusato di peculato e abuso d’ufficio in concorso, oltre che di corruzione.

L’indagine è stata avviata sulla base delle denunce presentate, rispettivamente, dall’Istituto delle Opere Religiose (IOR) il 2 luglio 2019 e dall’Ufficio del Revisore Generale l’8 agosto 2019. L’ultima denuncia, in particolare, l’ente presunto grave reati, quali frode e altre truffe peculato, corruzione, collusione ed estorsione.

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Il revisore dei conti ha osservato che la maggior parte delle attività finanziarie del Segretario di Stato è concentrata nel Credit Suisse (il 77 per cento del portafoglio è stato gestito) e che gran parte dei depositi proviene principalmente da donazioni ricevute dal Papa “è stata utilizzata in fondi. Che, a loro volta sono stati investiti in titoli che non erano Il cliente non ne era a conoscenza”, nonché in fondi ad alto rischio speculativo, di dubbia morale, collocati in paesi esteri.

Nella richiesta di apertura del processo, i giudici vaticani hanno ricordato “come la Segreteria di Stato abbia utilizzato i fondi ricevuti a fini assistenziali (Fondo Óbolo e Fondi Obbligazionari), che per loro natura non sono suscettibili di essere utilizzati a fini speculativi, operazioni che comportano rischi finanziari elevatissimi e, comunque, per scopi certamente incompatibili con quelli dei donatori originari”, cioè con “l’obiettivo principale di sostenere le attività religiose e caritative del Santo Padre.

(Con informazioni da Europa Press)

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