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L’epidemia è costata al calcio italiano più di un miliardo di euro

La pandemia di coronavirus ha portato circa 1.176 milioni di dollari di entrate perse al calcio professionistico italiano nelle ultime due stagioni, secondo un rapporto pubblicato oggi dalla federazione di quel paese.

“A livello globale, durante le prime due stagioni colpite dal Covid-19 (2019/20 e 2020/21), si stima che il calcio professionistico abbia perso quasi 1 miliardo di euro di entrate (…) mentre i costi di produzione sono rimasti relativamente stabili. (un lieve aumento da 163 milioni di euro – 191 milioni di dollari)”, evidenzia il rapporto preparato dal sindacato con il Consiglio dei ministri PwC.

“L’impatto globale è stimato in oltre 1.100 milioni di euro (circa 1.300 milioni di dollari)”, aggiungono gli autori.

Hanno spiegato che la perdita di reddito ha contribuito all’aumento delle perdite e dei debiti di un settore che era già in rosso (-412 milioni di euro, -484,5 milioni di dollari) prima della pandemia, alla fine dell’anno fiscale 2018/2019. Lo riferisce l’agenzia France-Presse.

La pandemia ha avuto un forte impatto anche su tutto il calcio italiano, con il numero dei tesserati in calo di circa un quarto tra il 30 giugno 2019 e il 15 marzo 2021 (-23%, 245.000 in meno a quasi 820.000) secondo questo bilancio annuale della FIGC.

Il calo dell’attività calcistica ha avuto ripercussioni indirette anche sul resto dell’economia, in particolare con un calo di circa 27.000 posti di lavoro nell’“occupazione generata dal settore calcio”.

(Tillam)

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