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La maledizione di Kirchman

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La maledizione di Kirchman

Il mondo giuridico spagnolo è profondamente diviso sugli strumenti normativi che le istituzioni politiche stanno utilizzando per attuare misure restrittive dei diritti fondamentali contro il Covid-19. Il caso più famoso è stata la sentenza della Corte Costituzionale del 14 luglio che ha dichiarato che la limitazione del primo stato di allerta richiedeva la sospensione dei diritti di circolazione, soggiorno e riunione, decisione presa con lo stretto margine di sei a cinque. Ma una discrepanza simile si verifica in altre questioni complesse, come la durata di sei mesi del secondo caso di allerta. La sospensione delle elezioni (accettata in Galizia e Paesi Baschi, ma respinta in Catalogna) è stata controversa; Divieto di manifestazioni durante lo stato di allerta (ratificato in Galizia, non in Aragona), vaccinazione obbligatoria, provvedimento congiunto, requisiti di certificazione Covid per l’accesso ai luoghi pubblici, ecc. Per non parlare dei coprifuoco regionali, che alcune Corti Supreme negano e affermano da altre, sono ora con il sostegno pubblico (sorprendente per me) della Corte Suprema.

La divisione delle opinioni all’interno dei sindacati non è una novità, soprattutto in questa eterogenea unione di giuristi, e ancor più in questo caso in cui i partiti giocano un ruolo così cruciale. Ma, anche se escludiamo i giuristi organici, quelli la cui opinione dottrinale si basa su pregiudizio, tendenza Dal suo gruppo politico, la verità è che le differenze rimangono, annegandoci tutti nell’oscurità che Julius von Kirschmann si sforza di negare e distruggere. Fiqh non è una scienza.



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Naturalmente, se ci pensi due volte, un giurista del XIX secolo potrebbe darci un indizio per comprendere i nostri fallimenti: la sua critica principale alle scienze giuridiche non risiedeva nelle tecniche esplicative, ma nel diverso oggetto del loro studio, la legislazione. Questo cambiamento costante – che in Italia hanno chiamato la maledizione di Kirschmann – si è visto finora moltiplicarsi in Spagna nell’epidemia: a fine ottobre i governi centrale e regionale hanno emanato ben 187 decreti legge con la parola Covid-19 nel titolo, a cui vanno aggiunte 23 leggi (Differenza di numero, dimostrata dal poco appariscente incidente parlamentare prevalente in Spagna). Non c’è praticamente nessun settore normativo che non abbia visto cambiare la propria regolamentazione per “mitigare gli effetti del Covid-19”: in agricoltura, scienza, sport, economia, impresa, lavoro, sociale, fiscale, trasporti, edilizia, amministrativa, giustizia e sociale importa. protezione…

Tutti i settori organizzativi? Non tutte, perché – come nella Gallia di Asterix – c’è una regola che resiste all’invasore: non è stata concordata una sola regola sostanziale per modificare il sistema dei diritti fondamentali in caso di pandemia. Le due leggi fondamentali in materia sono rimaste quelle adottate in quel momento: la legge organica 4/1981 sulle avvertenze, le eccezioni ei blocchi e la legge organica 3/1986 sulle misure speciali in materia di salute pubblica.

A causa di questa inerzia del legislatore (la sua prima responsabilità è il governo, che è dato dalla costituzione indirizzo politico), le discussioni cui ho fatto riferimento nel primo comma sono ancora in campo dottrinale e giudiziario e non nel luogo in cui dovrebbero essere, decide il legislatore: si continua senza una legge che specifichi quando le elezioni possono essere sospese, e cosa è il periodo di proroga. Dalla condizione di allarme, quando un’area perimetrale può essere chiusa, ecc. Invece, la legislazione è stata costretta ad agire contro la pandemia, molte delle quali sono state condivise (come la governance congiunta e il coprifuoco senza preavviso). Abbiamo lavorato in questo a differenza dei nostri vicini: è vero che Germania, Francia e Italia non hanno dichiarato lo stato di eccezione, ma è anche vero che hanno modificato la loro legislazione per dare nuovi poteri alle autorità sanitarie.

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In Spagna, contrariamente alla logica e alla statistica, le nostre autorità pubbliche hanno ritenuto che le leggi organiche del 1981 e del 1986 fossero sufficienti per questo, anche se chiaramente non erano progettate per un’epidemia il cui ultimo precedente risale al 1918. Queste leggi sono state modificate, ispirata alla legislazione Straniera o Legge Superiore Aragonese 3/2020, (anche se è dubbio che la comunità avrebbe i poteri per adottare alcuni dei suoi poteri). Il governo non ha voluto farlo, il che ha influito sullo stato di diritto. Inoltre, senza alcun beneficio per il futuro: se una nuova epidemia mortale come il Covid-19 ci assalterà nei prossimi anni, bisognerà, da un lato, usare la fantasia nell’interpretare le leggi organiche del 1981 e del 1986, e dall’altro, alla riapprovazione di 200 codici normali. La maledizione di Kirchman è quadrata.

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