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Ingegneria genetica, le basi terapeutiche della medicina – Diario Digital Nuestro País

Sono stato felice di vedere così tanto dell’evoluzione di mezzo secolo di medicina, mezzo secolo sufficiente per avere un’idea estranea all’uomo, mezzo secolo di vedere i pazienti ci rende molto migliori pensando, possiamo (almeno) essere medici migliori.

Lo studio della medicina per chi ha trascorso due decenni era troppo noioso, troppo anatomico, tre anni di materia, e ovviamente c’era poca ricerca in altre aree che potevano essere insegnate nelle scuole di medicina, e oggi penso che cinque anni di teoria la professione è molto piccola, a meno che la specializzazione non venga raggiunta in tutti i medici.

Negli ultimi due decenni si è verificato uno sviluppo sorprendente della ricerca, anche se le persone continuano a morire (e continueranno a morire perché è la fine di questa vita), a volte senza una diagnosi.

Tornando all’inizio dell’articolo, “Ho avuto la fortuna di vedere…” Sì, di vedere il grande sviluppo della ricerca biomedica, anche se siamo appena arrivati ​​sulle nostre coste, oggi non importa che tu sia alla Columbia University School of Medicine, all’UCR, a Complutense o in un’altra università, si sa quasi tutto in una volta, l’era dell’informazione qui (l’era della disinformazione anche, ma questo è un altro discorso), il giornalismo investigativo scientifico funziona a livello globale.

La Grande Peste del 21° Secolo (Covid-19) ci ha insegnato molto, anche se abbiamo ancora un po’ o molta segretezza, sappiamo molto di più sul DNA e sull’RNA oggi rispetto a due anni fa, e capiamo meglio il ruolo dei geni Meglio dentro le apparecchiature biologiche, possiamo già scommettere sulla manipolazione genetica per curare o evitare malattie, siamo già alle soglie della medicina postmoderna.

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La fisica quantistica, che, pur spiegando quasi tutti i fenomeni biologici cellulari e supermolecolari, non è ancora uscita dalle liste: ancora molto teorica, ma sta apportando enormi cambiamenti al pensiero medico scientifico.

Quando mi sono innamorato della fisiologia umana, cinquant’anni fa, ho visto che era una cosa che dovevo capire punto per punto per poter capire malattie e possibilità terapeutiche, che non pensavo fossero solo la nostra medicina, no, il possibilità in tutto, compresa la medicina alternativa e l’agopuntura stessa, nulla può essere escluso nella ricerca di una cura e nella prevenzione delle malattie, sto parlando di una cura, la ricerca deve andare di pari passo senza fermare le possibilità curative.

Oggi capisco meglio perché sono diventato così sospettoso delle “grandi protesi” fermandomi a cercare alternative per guarire il menisco stesso, specialmente nel ginocchio (ricordo Sir John Charnley quando disse a New York nel 1981, che le protesi d’anca venivano messe nelle mani sbagliate).

Tutto si stava evolvendo e la spada di quel Cid Campeador, che è una medicina, passa di mano in mano e continuerà a farlo, è così che funziona l’esistenza.

Oggi, con tutto il cambio di paradigma portato dalla peste del ventunesimo secolo (o la prima di tante altre pandemie), non possiamo ignorare quanto poco la medicina curativa sia stata in grado di fornire, soprattutto sulla base di un supporto altamente specializzato in unità di cura. Pazienti malati, un compito formidabile per questi professionisti.

C’è ancora dibattito sul fatto che l’ivermectina sia, anche se sfortunatamente non siamo stati in grado di trattare il Covid come un’altra malattia infettiva. Andiamo nel panico (giusto o sbagliato) e ci chiudiamo nel guscio della paura, lasciando che siano gli epidemiologi a gestirla, mettendo così la nostra sicurezza nelle mani dei politici (a proposito, le mani peggiori).

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La medicina del futuro è una medicina molto scientifica da un lato e dall’altro dovrebbe includere tutti i rimedi convenzionali e non convenzionali, abbastanza da difendere ad ogni costo come molti hanno fatto (alcuni come pecore seguono il capo tribù al macello ) ai grandi mercati farmaceutici mondiali, figli dei presunti re del petrolio.

Lo sviluppo dei vaccini deve essere nelle mani di istituzioni totalmente legate all’istruzione e alla ricerca, in primis lo Stato, delegando ovviamente ad aziende private (non corrotte) ciò che è necessario per il corretto funzionamento, non possiamo fare scatole e flaconi nelle università, no, tutto c’è, ma bisogna che le Università dimostrino la loro capacità di ricerca a vantaggio di tutti, e solo così si spiegheranno questi nuovi stipendi (per alcuni) ed escludono un gran numero di persone competenti.

Per quanto riguarda la biografia medica, va riadattata all’era postmoderna, dovremmo avere in ogni medico un medico vero, e non solo un tecnico altamente specializzato che non sa togliere un chiodo.


Il dottor Rogelio Arce Barantes è medico.