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Il Dipartimento di Stato ha rifiutato di pubblicare le attività ufficiali della principessa Anna nelle isole Malvinas

Il Dipartimento di Stato ha rifiutato di pubblicare le attività ufficiali della principessa Anna nelle isole Malvinas

La principessa Anna britannica, figlia della regina Elisabetta e del principe Filippo (Reuters/Peter Nichols)

Il cancelleria L’Argentina ha rifiutato di pubblicare le attività ufficiali di Principessa Annadalla casa reale britannica, in Isole Falkland“Perché è stato effettuato nel corso della pratica dell’occupazione illegale britannica delle Isole Malvinas, della Georgia del Sud e delle Isole Sandwich Australi e delle loro aree marittime circostanti”.

Il governo argentino invita ancora una volta il Regno Unito a presentare ricorso trattative di sovranità In conformità con la Risoluzione 2065 e altre risoluzioni dell’Assemblea Generale e del suo Comitato Speciale sulla Decolonizzazione. È tempo che il Regno Unito rispetti il ​​mandato della comunità internazionale e metta fine all’obsoleto status coloniale di quegli arcipelaghi, che sono parte integrante della Repubblica argentina”, ha concluso il Ministero degli Affari Esteri argentino, in una nota comunicato ufficiale emesso questo pomeriggio.

La principessa Anna era sbarcata nelle isole dell’Atlantico meridionale lo scorso venerdì, quando ha deposto una corona al Monumento alla Liberazione, quella che il Regno Unito chiama la Guerra del 1982.

Al contrario, poco più di due settimane fa, l’Argentina ha celebrato il 40° anniversario della Risoluzione Onu 37/9, che sollecitava l’Argentina e il Regno Unito a riprendere i negoziati diplomatici per la sovranità sulle Isole Falkland. Il Foreign Office ha tenuto un evento speciale venerdì 4 novembre, durante il quale ha ribadito la sua richiesta al governo britannico di conformarsi a questa misura dell’organizzazione internazionale. L’atto si è svolto nella Sala del Libertador del Palazzo San Martín, sede del Ministero degli Affari Esteri, guidato dal capo del breve, Santiago Caveroche era accompagnato da un certo numero di funzionari.

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All’incontro hanno partecipato, ad esempio, il ministro delle Malvine, dell’Antartide e dell’Atlantico meridionale, Guillermo Carmonae membri del Consiglio nazionale delle Malvinas e diplomatici che hanno partecipato all’amministrazione e all’adozione della risoluzione nel 1982.

Quell’anno l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA) emanò il documento relativo alla questione delle isole, in cui, dopo la guerra, invitava le due parti a trovare una soluzione pacifica e definitiva alla disputa sulla sovranità. da quella zona.

Insieme alla Risoluzione 2065, firmata nel 1965, questa risoluzione rappresenta una pietra miliare nella politica estera dell’Argentina nei confronti delle Isole Malvinas, in quanto è stata la prima risoluzione adottata dopo la fine della guerra nell’Atlantico meridionale e stabilisce chiaramente che la suddetta il confronto delle forze armate non ha cambiato la natura delle rivendicazioni tra i due paesi in merito alla proprietà delle isole Malvinas, della Georgia del Sud e delle Isole Sandwich meridionali e degli spazi marittimi circostanti.

Per il Dipartimento di Stato questa iniziativa promossa dalle Nazioni Unite, che non si è ancora concretizzata, lo è L’unico modo per porre fine a questa situazione speciale e speciale è la decolonizzazione. Infatti, lo stesso testo dell’organizzazione internazionale afferma che “il mantenimento delle condizioni coloniali è contrario all’ideale di pace mondiale delle Nazioni Unite”.

Nel primo punto di quel documento, l’Onu chiede ai governi dell’Argentina e del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord di “riprendere i negoziati per trovare una soluzione pacifica alla disputa sulla sovranità su queste isole”.

Lo stesso Carmona, in un messaggio recentemente pubblicato sul suo account Twitter, ha messo in dubbio la riluttanza delle autorità britanniche a riprendere i colloqui su questo tema: “Il Regno Unito ha espresso l’intenzione di rispettare i propri obblighi internazionali e di negoziare con la Repubblica popolare di Mauritius il ritorno dei Chagos, in conformità con la risoluzione n. 2066 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Allo stesso modo, devono conformarsi alla risoluzione 2065 nel caso Malvinas.

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