Eurostat ha registrato un’inflazione del 12,8% nell’ultimo mese di ottobre, dato che non si vedeva dal 1983.
Il più grande aumento dei prezzi è nella bolletta energetica, ma gli acquisti soffrono dopo mesi di aumenti costanti
Burro, pane e latte sono tra i prodotti più costosi rispetto al 2021. Ogni famiglia quest’anno spende 650 euro in più
Secondo l’Istat, il livello dell’inflazione dello scorso ottobre non veniva raggiunto nel Paese transalpino da quasi quattro decenni. Nei dati di Eurostat, un contatore europeo, l’aumento dei prezzi è stato del 12,8%, Un po’ meno secondo i calcoli italiani – parlano dell’11,8% – ma più in alto, senza dubbio, da molto tempo. L’aumento cumulativo dei costi energetici, sin da prima della guerra, ha portato all’enorme aumento delle spese domestiche e aziendali per le quali il governo era preoccupato Quattro si sono già fermati “aiutare le decisioni” Che ammontano a oltre 27 miliardi di euro e che continuano ad aumentare – l’ultimo approvato dal nuovo presidente del Consiglio Giorgia Meloni – per alleggerire il peso dei prezzi incontrollati delle bollette di gas e luce. In effetti, l’aumento dell’energia in ottobre è stato del 73,2% in più rispetto a un anno fa. Ma non è solo questa spesa che sta facendo girare fuori controllo l’economia delle famiglie italiane, anche l’inflazione si vede da mesi nel paniere, ma quelle che finora sono state piccole impennate, Ora, alla fine dell’anno, stanno accumulando percentuali ancora maggiori. Ecco perché, in vista dei nuovi bilanci, cui l’esecutivo italiano sta già lavorando contro il tempo, è una possibilità Ridurre l’imposta sul valore aggiunto sul pane e altri prodotti di base come la pasta o il latte.
In particolare nel carrello, secondo i dati ISTAT, Per trovare prezzi che stanno salendo rispetto al mese precedente così come sono attualmente, dobbiamo risalire al giugno 1983. I prezzi al supermercato sono aumentati dal 10,9% di settembre al 12,7% di ottobre, in aumento di 2 punti rispetto a settembre. In generale il dato di incremento annuo, rispetto al 2021, è dell’11,9%. Inoltre, le associazioni dei consumatori affermano che questo dato calcolato è maggiore nel divario visto dal cittadino medio che, dallo scorso marzo quando l’inflazione superava già il 6%, trova prezzi impossibili al momento dell’acquisto. Inoltre, la cosiddetta inflazione permanente, che è stata eliminata nell’economia e che esclude i prodotti energetici e alimentari, è passata dal 5 al 5,53%.
Tra i prodotti più costosi, secondo l’Unionecamere (Camera di Commercio di Roma), ad esempio, ci sono burro chiarificato che è aumentato da 122% rispetto allo scorso anno, farina 46% e latte 64%. È il caso degli altri prodotti ortofrutticoli che, secondo i dati Coldiretti (la principale associazione agricola italiana), sono saliti in un anno al 25,1% per gli ortaggi e al 6,5% per la frutta. A novembre l’aumento rispetto al 2021 è stato del 15,3% per le uova, del 7,2% per l’olio e del 15,8% per i polli. Aumenti che si aggiungono ai precedenti incrementi in un anno di perdurante tendenza inflazionistica.
Questo aumento è indubbiamente dovuto ad un aumento generale della I prezzi dell’energia, la punta dell’iceberg, incidono sulla filiera finale di produzione e trasporto dei prodotti che vediamo al supermercato. Quindi l’inflazione energetica e quella alimentare sono strettamente correlate. Il cibo costa più del doppio per produrlo e la benzina per trasportarlo ha subito aumenti storici negli ultimi mesi. Ci sono due aspetti contestuali dietro il carrello che, per un nucleo familiare di quattro persone, si stima possa significare più di 650 € all’anno per gli adulti. Più un altro fattore essenziale: le importazioni alimentari dell’Italia sono passate dai 5 miliardi degli anni ’80 ai 40 miliardi di oggi. I prodotti importati sono più sensibili alle fluttuazioni dei prezzi di mercato.
Come spiega Leonzio Rizzo, professore di Finanza all’Università di Ferrara, mentre tutto dipende dal tema della guerra, a causa dell’inflazione energetica c’è molta incertezza. Ora l’inflazione è dilagante, è iniziata con l’aumento dei prezzi del gas, ma si è diffusa a tutte le altre materie prime, rendendo difficile invertirla facilmente. Anche se il mercato dell’energia raggiungesse l’equilibrio, ci vorrà del tempo prima che il resto del mercato raggiunga l’equilibrio”., lui spiega. Per quanto riguarda possibili misure come la riduzione dell’imposta sul valore aggiunto su alcuni alimenti, l’esperto sottolinea che possono essere utilizzate a breve termine per aiutare i cittadini più colpiti, Ma non risolve il problema del crollo che presuppone l’esistenza dello Stato, che si riscontra con il problema della finanza pubblica.
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