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I fantastici otto del Giro d’Italia 2023

I fantastici otto del Giro d’Italia 2023

Le aspettative erano alte considerando la grande affluenza e la pista attraente, ma il risultato non è stato quello che ci si aspettava in base alla grafica. Anche così, questo La 106a edizione del Giro d’Italia Molte cose saranno ricordate: le polemiche, l’intensità, il maltempo, il Remco Evenepoel abbandonato dal Covid-19, Mancanza di coraggio e, soprattutto, il Vittoria di Primos Roglik in generale, La fruizione di quel programma ontologico è una cronoscalata al Monte Lussari. Ma a parte la Slovenia, altri piloti hanno lasciato il segno in questa tappa italiana La “Top Eight” di Race. A seguire, i protagonisti:

Primos Roglic (33 anni, Jumbo)

Il nuovo imperatore del Giro d’Italia, forse la più bella vittoria della sua carriera. Primos è stato eccellente nel giorno in cui aveva bisogno di consegnare un risultato ad eliminazione diretta a un round italiano apparentemente condannato. Con la sua prestazione al Monte Lussari, dimentica la delusione per essere stato battuto da Boggar nel Tour 2020, altra cronometro, La Blanche des Belles Filles. Un track record leggendario di un ciclista leggendario.

Primos Roglic indossa la maglia rosa nella tappa finale del Giro di Roma.Alberto BisoliAFP

Jonathan Milan (22, Bahrain-Vittoria)

L’italiano aveva già avvertito del suo immenso potenziale nel tratto finale della scorsa stagione, ma è esploso a questo Giro. Un ciclista dalle spettacolari condizioni fuoristrada, in cui spicca la sua velocità sfolgorante. Prende facilmente la prima maglia da ciclismo (punti) della sua carriera, la sua incredibile disciplina e una prestigiosa vittoria di tappa, la sua prima in un grande giro. Va alla stella

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Thibaut Pinot (32, Groupama FDJ)

Il francese ha colpito il palo in due tempi con Einar Rubio e Filippo Janna che hanno segnato due gol preziosi a Crans Montana e Val di Soldo. In termini di vittorie parziali, lascerà questa Corsa Rosa senza premi, ma non a vuoto grazie alla prima Maglia Azzurra del suo record. Un buon modo per concludere il suo ultimo Giro, visto che Pinot si ritirerà dal ciclismo professionistico alla fine di questa stagione.

Joao Almeida (24, Emirati Arabi Uniti Team Emirates)

Solo Roglic e il portoghese lasceranno questo Giro con una vittoria di tappa. Un dato che la dice lunga sulla piccola rissa che abbiamo visto tra i leader. Ovviamente, il giorno in cui il portoghese è riuscito a mettersi in luce, lo ha fatto con forza, conquistando una preziosa vittoria al Monte Bandon, la sua prima in un grande giro. A Roma è entrato nella storia come primo portoghese a salire sul podio nella storia del Giro. A soli 24 anni, il futuro è tuo.

Almeida, in maglia bianca, Luzzari sul palco.Luca GennaroEFE

Derek Key (25, Israele Premier Tech)

Il canadese è stata la sorpresa più grande di questo Giro. Forse è stato secondo a molti, ma la sua dedizione e visibilità in gara è stata spettacolare. Secondo nelle tappe quattro volte, quarto due volte, secondo nella classe a punti e secondo in montagna… Oltre 1.000 chilometri grazie ad alcune fughe che gli hanno conferito il premio di corridore più combattivo dell’edizione. Si è accumulato in punti rotti durante la gara. Non infiammabile.

Filippo Zana (24 anni, Jaiko AlUla)

Indossando la maglia ‘tricolore’ di campione nazionale, l’italiano si è consolidato come la migliore speranza del ciclismo nel suo paese per i migliori giri nei prossimi anni. “Credo, vedremo, è ora di continuare a lavorare”, ha ammesso Jana ad AS riguardo alle sue intenzioni future nel circuito di tre settimane, ottenendo una grande vittoria in Val di Soldo, davanti a un pinot completo. Oltre a una prima vittoria in una major, è stato a tre tappe di distanza, ha lavorato brillantemente per Dunbar e ha raccolto la sua prima top-20 assoluta al Giro (18°).

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Ben Healy (22, EF Education)

L’irlandese ha avvertito della sua abilità ai Classici di primavera, dove è stato la ruota più longeva del dio uomo nero. Grandi parole. Quindi le aspettative erano alte su quello che avrebbe potuto fare nel suo primo Grand Tour, e non ha deluso. Healy è diventato il primo ciclista irlandese nella storia del Giro a indossare la maglia azzurra del leader della montagna e, sebbene alla fine l’abbia abbandonata a favore di Pinot, ha preso ciò che il francese non poteva: una vittoria di tappa. La strada è una meraviglia e una superclasse quando si guarda il cielo, il cui tetto è ancora da scoprire. Healy sta arrivando nel 2023 quello che Binyam Kirmei è stato la scorsa stagione: il ciclista rivelazione dell’anno. in maiuscolo.

Nico Denz (29, Bora-Hahnsgrohe)

Il tedesco ha ottenuto in questo Giro tutto ciò che non ha ottenuto nella sua carriera iniziata nel 2014. Un meraviglioso wheeler che si difende su tutti i terreni, un gradito pubblico che tutti vorrebbero avere al proprio fianco e il cui lavoro non vale mai la pena. Tens ha completato due pause negli sprint minori in questo round italiano, ottenendo le sue prime vittorie in uno sprint maggiore. In questa Corsa Rosa, come Evenboel, è riuscito a bissare una vittoria di tappa.