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Draghi passa in rassegna i 45 gol dell’Italia per ricevere fondi dall’UE

Questo contenuto è stato pubblicato il 1 febbraio 2022 – 16:25

Roma, 1 febbraio (EFE). – Temendo un possibile ritardo, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, mercoledì ha convocato i suoi ministri per assumere il controllo della definizione dei 45 obiettivi che il Paese deve raggiungere entro giugno per ottenere 21.000 milioni di euro netti dai fondi europei per la ripresa.

Il gabinetto esaminerà in dettaglio i ministeri in ritardo dopo che le autorità regionali e locali hanno avvertito che c’erano già offerte che avrebbero dovuto essere bandite, secondo fonti esecutive.

L’ex presidente della Banca centrale europea (Bce) chiederà informazioni dettagliate, con particolare attenzione ai ministeri della trasformazione e dell’innovazione ambientale, che fino al 2026 gestiranno più della metà delle risorse del piano di risanamento italiano, premiato con 191.500 milioni europei. Euro, a cui si aggiungono già altri 30 miliardi di cittadini.

Il governo prevede che questo piano aumenterà il PIL fino a 1,2 punti percentuali nel 2022, rispetto allo scenario in cui le riforme progettate non sono state attuate, e fino a 3,6 punti percentuali entro il 2026.

L’Italia, che ha raggiunto 51 obiettivi nel 2021, deve completarne altri 100 nel 2022 per ricevere un totale di 45.900 milioni di euro da fondi europei (40.000 milioni di euro netti, detratta la quota corrispondente all’anticipo di agosto 2021).

Un totale di 21.000 milioni di euro netti in scadenza il 30 giugno 2022 per il raggiungimento di 45 obiettivi e altri 19.000 milioni di euro per il mese di dicembre, saranno soggetti a 55.

Questi premi andranno ad aggiungersi ai 24,9 miliardi di euro offerti da Bruxelles in Italia nell’agosto 2021 e ai 21 miliardi netti richiesti da Roma a fine 2021 dopo aver dimostrato di aver raggiunto 51 punti, come l’avvio di tesoreria e riforme pubbliche. gestione, che spera di ricevere nelle prossime settimane.

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Entro gennaio 2023, l’Italia prevede di ricevere 85,9 miliardi di euro, circa il 45% di tutti i fondi europei che ne derivano, quindi rispettare le scadenze è essenziale.

L’Italia deve predisporre entro giugno 2022 una strategia nazionale volta a rafforzare l’economia circolare, e dal secondo trimestre deve attivare, in una fase pilota, il sistema di certificazione della parità di genere, aperto a tutte le imprese.

Nel corso dell’anno dovrebbe definire misure a favore della produzione e del consumo di gas rinnovabile e, nel terzo trimestre, pubblicare procedure di gara che migliorino la connettività delle infrastrutture ospedaliere, tra gli altri obiettivi. EFE

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